Progetto Mare Nostrum – il pensiero di Mimmo Giugliano

mimmoAvellino – Non dimentichiamo che i rifugiati sono esseri umani come noi,  anche se la politica d’ asilo europea è rigida ed inefficace. L’ Unione Europea dovrebbe centralizzare la sua politica d’ asilo, sul lungo termine, e porsi come obiettivo immediato la solidarietà tra Stati e la protezione dei migranti.

L’ Italia ha posto la questione migratoria al centro delle priorità.  Da inizio anno, circa 60 mila migranti sono sbarcati sulle nostre coste, un numero superiore a quello registrato in tutto il 2013.
Vorrei dire innanzitutto che l’ Italia non è un Paese sommerso da migranti, come si dice spesso.  Rispetto alle dimensioni, al numero degli abitanti ed al PIL, ne ospita meno di altri Stati.
Pero’  è  un Paese esposto ed abbiamo tutte le ragioni per chiedere all’ Unione Europea piu’  solidarieta’.
La missione di recupero, denominata Mare Nostrum, ha permesso di salvare decine di migliaia di vite in mare. Senza partecipazione diretta dell’ Unione Europea, Mare Nostrum rischia pero’ di avere vita breve.
Oggi l’ Italia spende circa 9 milioni di euro al mese per questa operazione e secondo il regolamento di Dublino dovrebbe farsi carico di ogni migrante che salva e chiede asilo.
L’ Europa deve ripensare la sua politica migratoria.  Nell’ immediato, le operazioni di salvataggio dovrebbero essere portate avanti in modo congiunto e i richiedenti l’ asilo salvati dovrebbero essere ripartiti in modo equo tra i Paesi europei.  Sul lungo termine, l’ Unico modo per arrivare a reale solidarietà tra Stati ed equità verso chi cerca protezione  è  centralizzare.
Nel rispetto del principio di sussidiarietà, la gestione delle frontiere e l’ esecuzione delle procedure d’ asilo andrebbero affidate all’ Unione Europea. Cio’  implica pero’  un cambiamento dei trattati e prima ancora delle mentalità.
D’ altronde, le condizioni di accoglienza e le procedure d’ asilo variano molto da un Paese all’ altro  ed  è  strano che, di fronte a queste disparità, si continui ad applicare in modo rigido ed automatico  il  sistema  di  Dublino.   Forse, l’ unico aspetto sul quale sembra esserci un margine di manovra è la questione di una sorveglianza congiunta nel Mediterraneo.
Spesso, purtroppo, gli interessi nazionali prevalgono sulla solidarietà e la protezione dei migranti.  Per non parlare poi delle questioni sociali di inclusione ed integrazione per i rifugiati, delle condizioni di accoglienza che sono precarie.   E che dire poi del ruolo istituzionale delle Amministrazioni coinvolte  ( Prefetti, Sindaci, ecc. ) in alcuni livelli e profili di responsabilità, che si confrontano, talvolta richiamati e stimolati anche dal Sindacato, con difficoltà e con diversi gradi di sensibilità rispetto ad impegni sostanziali da assolvere, soprattutto nella gestione delle emergenze, con approssimazione per quanto riguarda le prospettive.