Rapporto Banca d’Italia – Genovese: “La ripresa c’è ma i tempi sono lunghi”

incontro banca d'italiaAvellino – “La via della ripresa è ancora lunga. L’analisi dei dati che viene fuori dal rapporto sull’economia campana non è confortante anche se ci sono segnali positivi che vanno colti, rafforzati e migliorati. Veniamo da 6 anni di recessione e ci sono note positive nelle industrie, meno nei servizi e per nulla nell’edilizia. Il fatturato è cresciuto per le grandi aziende che esportano e per alcune aziende manifatturiere che hanno iniziato ad investire in tecnologia, per il resto l’occupazione è calante. Rispetto al 2007 le persone in cerca di lavoro sono raddoppiate: 400mila persone sono attualemente in cerca di un posto.Ciò ha portato più del 70% delle famiglie a ritenere inadeguate le risorse economiche. Per risollevarci bisogna investire su quello che è rimasto e da lì creare un futuro industriale per la Campania“. Questo quanto ha affermato Giuseppe Genovese, direttore della Filiale di Avellino della Banca d’Italia stamane nel corso della presentazione del rapporto annuale della Banca d’Italia “L’economia della Campania”.

Il rapporto, che si è avvalso di indagini statistiche condotte su un campione di imprese industriali, dei servizi e delle costruzioni e sulle interviste condotte presso gli enti, gli operatori economici, le istituzioni creditizie, le associazioni di categoria e gli organismi attivi nel mercato finanziario ed economico campano ha evidenziato ancora una volta la difficile ripresa che la Campania sta affrontando a causa della crisi. Una crisi che, come ha sottolineato Giovanni Iuzzolino, responsabile della ricerca economica territoriale della sede di Napoli: “in parte ci ha investito dall’esterno con i fallimenti delle banche americane ma dall’altra parte non solo è stata colpa del debito pubblico ma anche nostra, di noi campani, perchè se seguiamo la cronologia della crisi non c’è anno dove la Campania ha mostrato l’incapacità di governare il territorio. Dalla crisi dei rifiuti, alla terra dei fuochi passando, in questi anni, per il commissariamento della sanità e la crisi del trasporto pubblico. Il sistema produttivo non è all’altezza. Non possiamo aspettare che arrivi una nave e ci salvi ma bisogna acquisire la capacitò di agire e governare con efficienza”.

“Sebbene molte regioni d’Italia abbiano in dotazione una struttura produttiva superiore – spiega Luca Sessa, economista della banca centrale - i problemi che affliggono la Campania sono gli stessi ed aumenta il divario tra Sud e Nord. Intanto, l’Italia è in ritardo rispetto l’inversione di tendenza che si sta avendo in altri paesi come Francia e Germania. Nel nostro Paese purtroppo si registra una forte caduta di investimenti e dei consumi. Nota positiva per l’export che tiene testa“.

Fare affidamento a buone pratiche da trasporre sul territorio è l’invito del primo cittadino di Avellino, Paolo Foti.”La realtà economica e sociale della città non può più vivere o tentare di sopravvivere con un ostacolo che da troppi anni ci costringe ad un declino. Bisogna rimuovere l’ostacolo attraverso un tavolo in cui tutti gli attori dello sviluppo e dell’economia si confrontino e trovino ipotesi e prospettive di ripartenza per tutto il territorio provinciale per delineare un accordo che consenta all’area imprenditoriale di ripartire per creare sviluppo ed occupazione. Sul tavolo – commenta Foti – la città di Avellino sarà pronta a mettere elementi fondamentali: una strategia di sviluppo data dal piano strategico, la trasparenza degli atti amministrativi e la semplificazione della burocrazia e delle attività amministrative perchè i tempi dell’economia non sono quelli dell’amministrazione. Ognuno è chiamato a fare la propria parte e ad assumersi le proprie responsabilità. Ognuno dovrà portare fatti tangibili, azioni concrete, misure efficaci ed efficienti affinchè Avellino riassuma quel ruolo guida e buone pratiche da trasportare sul territorio”.

“Nelle democrazie – precisa il Presidente di Confindustria Campania, Sabino Basso - i Governi prendono la ricchezza dalle imprese dei lavoratori e la distribuiscono in servizi. In questi anni le imprese dei lavoratori sono diminuite in maniera drastica ma lo Stato ha continuato a distribuire la stessa ricchezza. Quando ci si è accorti che le casse non c’era più nulla hanno iniziato ad aumentare la tassazione verso le imprese e i cittadini comportando la morte di microimprese e l’aumento di disoccupati. Ciò va invertito con una giusta politica industriale ripartendo dalle eccellenze irpine perchè il nemico numero uno dell’imprenditoria è lo Stato. Se lo Stato lascia in pace le imprese, esse si sviluppano, fanno reddito creano lavoro ed occupazione, cresceranno i consumi. Se continua a tartassarle, invece, non si andrà da nessuna parte. Il governo Renzi ha preso un impegno e speriamo che lo mantenga”.

“Per ripartire c’è bisogno di un ritorno alla legalità dell’economia per ripristinare la leale competizione sul mercato punto imprescindibile per lo sviluppo economico. La Prefettura – conclude il Prefetto di Avellino, Carlo Sessa - in questi anni, ha promosso iniziative al fine di garantire la libertà dell’impresa e della concorrenza legale. Perchè solo attraverso un’impresa legale e trasparente si può competere sui mercati nazionali diventando più attrattivi recuperando quell’immagine virtuosa dell’Italia e dei piccoli imprenditori. Bisogna stimolare la concorrenza e la leale competizione per risollevare la Provincia”.