Avellino – Presentato il 23esimo rapporto sull’immigrazione

caritas prefetturaAvellino – E’ stato presentato stamane in prefettura il 23esimo rapporto sull’immigrazione realizzato dalla Caritas e la fondazione Migrantes.

Un rapporto che ha messo in evidenza un problema che ormai non è più possibile rimandare. I numeri ormai sono in costante aumento e l’emergenza non si può più sostenere ma c’è bisogno di un’operazione razionale che riesca a gestire l’enorme flusso migratorio che sta interessando le nostre coste.

“La Prefettura – ha spiegato il Prefetto di Avellino, Carlo Sessa – è impegnata a favorire l’integrazione e la stabilizzazione degli stranieri con centri territoriali permanenti. Non è da nascondere che in questi ultimi tempi, anche a causa della crisi, si constata una diminuzione della manovalanza straniera e della collaborazione domestica in quanto i profughi sostano poco nei nostri centri di accoglienza per poi esodare in altri paesi. La nostra provincia – continua Sessa – è interessata da un notevole flusso a seguito degli sbarchi sia sulle coste della Sicilia che della Puglia. Nei primi tre mesi del 2014 oltre 10mila sono stati gli arrivi ed abbiamo dovuto ovviare alla crisi dei posti di accoglienza cercando di reperire regione per regione strutture in grado di poter ospitare questi immigrati e rimediare a quest’oversise d’ingressi. Ad Avellino sono stati individuate strutture a Flumeri, Venticano, Pietrastornina e Montoro inoltre si prevede l’attivazione di altri quattro centri di accoglienza a Conza, Calitri, Roccabascerana e Petruro Irpino ed altri due centri polifunzionali a Montella e Cervinara”.

“Il tema di questo rapporto – ha commentato Monsignor Perego presidente della fondazione Migrantes – è una panoramica internazionale sulla questione dell’immigrazione. Attualmente sono 232milioni i migranti che per cause economiche o costrizioni ambientali hanno abbandonato i loro Paesi per migliorare la propria vita in un altro Paese. 40 milioni di migranti sono in Europa, 5 milioni Italia distribuiti in maniera non equa sul territorio: 60% al nord, 25% al centro ed il 15% al sud ed isole. Questo fenomeno ha certamente cambiato il nostro Paese in special modo il mondo del lavoro dove con questa presenza molti comparti lavorativi stanno andando avanti. Bisogna andare aldilà dei numeri per leggere le trasformazioni e gestirle prima che sfocino in conflittualità”.

“Questo rapporto – interviene Carlo Mele presidente della Caritas di Avellino – non deve essere visto come un contenitore di numeri ma come una programmazione in termini di risposte sociali verso questo fenomeno stimolando la comunità a fare un’analisi, una riflessione sulla questione. Dobbiamo essere capaci di fare sintesi, costruire una rete necessaria dove ognuno faccia la sua parte in modo da dare quel benessere di cui la comunità ha bisogno. Da questa crisi non se ne esce da soli ma – chiosa – insieme e con l’impegno di tutti costruire una comunità più accogliente e responsabile”.