Avellino – Anche la città celebra la festa della Repubblica

via matteotti 2 giuAvellino - Si sono svolte questa mattina le cerimonie ufficiali per la celebrazione del 68° Anniversario della proclamazione della Repubblica. L’appuntamento istituzionale della cerimonia, promosso dalla Prefettura-U.T.G., dal Comune e dalla Provincia di Avellino, in collaborazione con il 232° Rgt. Trasmissioni, le Forze dell’Ordine, nonché le associazioni combattentistiche, patriottiche e d’arma, si è tenuto in Via Matteotti con lo schieramento del Reparto di formazione al quale è seguito l’afflusso e il posizionamento delle autorità (tra cui il Prefetto Carlo Sessa e il sindaco Paolo Foti), del Medagliere dei Combattenti e Reduci e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, il Gonfalone della Città di Avellino, decorato con Medaglia d’Oro al Valore Civile e Medaglia d’Oro al Merito Civile, e il Gonfalone della Provincia.

Dopo gli onori al Prefetto di Avellino e la rassegna del Reparto schierato, è seguita la cerimonia dell’Alzabandiera (ore 10.45) con l’inno nazionale. Successivamente, sono state deposte tre corone d’alloro con la Guardia d’onore al Monumento dedicato ai Caduti, onorandoli con “La leggenda del Piave” e “Il silenzio”.

Tra i presenti, il viceprefetto Armando Amabile, l’Ass. Naz. Fante, il Comitato Provinciale A.N.P.I., Ass. Naz. Forestali, l’Ass. Naz. Combattenti e Reduci e l’Ass. Naz. Polizia di Stato.

Il dott. Sessa ha voluto leggere il Messaggio del Presidente Napolitano ai Prefetti: http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=16662

La cerimonia dell’Ammainabandiera in Piazza Libertà, prevista alla ore 17.00, chiuderà la celebrazione della Festa della Repubblica.

2 giugnoIl Presidente Napolitano nel suo videomessaggio ha affermato: “Buon 2 giugno a tutti gli italiani. Celebriamo quest’anno la Festa della Repubblica con animo più fiducioso. Perché si è fatta strada la necessità di forti cambiamenti in campi fondamentali. Perché l’Italia può parlare a voce alta in Europa e contribuire a cambiarne le istituzioni e le politiche.  E infine perché si sono moltiplicate nella nostra società e specialmente tra i giovani le manifestazioni di volontà costruttiva e di spirito d’iniziativa. Sono questi i fatti che devono rendere tutti noi più fiduciosi ; sapendo che la fiducia nel futuro è la condizione essenziale per tornare a crescere e a progredire. In questi pesanti anni di crisi l’economia e la realtà sociale del nostro paese hanno conosciuto gravi passi indietro, come dice il livello insopportabile cui è giunta la disoccupazione, soprattutto quella giovanile. Se questa deriva si è fermata, se registriamo segni sia pur deboli di ripresa, il problema è ora quello di passare rapidamente alle decisioni e alle azioni che possono migliorare le condizioni di quanti hanno sofferto di più per la crisi, e aprire la prospettiva di un nuovo sviluppo per l’Italia.  Il da farsi è ormai delineato. Determinanti sono le riforme strutturali tra le quali già in cantiere quelle per le istituzioni e per la pubblica amministrazione, per il lavoro e per un’economia più competitiva. Auspico un confronto civile in Parlamento, una ricerca di intese che è dovuta per ogni modifica costituzionale. E’ però tempo di soluzioni, non di nuove inconcludenze. La strada del cambiamento passa per molte altre innovazioni. Ma proprio perché essa è lunga e complessa, si richiede continuità, non instabilità ; tenacia, non ricorrente incertezza. Questa necessità, che ho sempre richiamato, è stata largamente compresa dagli italiani, e lo dico guardando obbiettivamente all’insieme delle posizioni politiche che si sono confrontate in occasione della recente consultazione elettorale. Il cammino del nostro paese verso un futuro migliore passa egualmente – non dimentichiamolo – attraverso una lotta senza quartiere alla corruzione, alla criminalità, all’evasione fiscale. Ed è un cammino che non può essere inquinato e deviato da violenze, intimidazioni, illegalismi di nessun genere. A tal fine tutte le forze vitali dello Stato e della società sono chiamate a cooperare.Ecco quel che dobbiamo insieme augurarci nel festeggiare l’anniversario della nascita della nostra Repubblica, della rinascita della nostra democrazia”.