Pd – Bassolino: “Il partito deve essere riorganizzato subito”

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NAPOLI — «Partirei dal voto europeo, ma il negativo risultato delle comunali in provincia di Napoli comuni era del tutto prevedibile. È l’altra faccia della stessa medaglia europea». Antonio Bassolino si gode il risultato renziano che, tra i pochi, aveva pronosticato. Anche se non in quei termini. «L’effetto Renzi è stato foltissimo e si è manifestato dovunque to tutto il Paese. Al di là di tante difficoltà locali proprio perché il voto europeo è sempre un voto generale, il più libero di tutti. E finalmente si può costruire una grande forza maggioritaria che rappresenta l’ingresso nella Terza Repubblica». Un progetto che al partito dei sindaci, agli ulivisti non è riuscito. «Ci abbiamo provato. Nel ’96 io ho fortemente spinto per un partito dell’Ulivo, dieci anni prima del Pd. La mia simpatia per Renzi viene da questo: lui da sindaco porta a compimento una battaglia degli anni ’90, del cosiddetto partito dei sindaci. L’Italia sarebbe stata diversa se lo avessimo anticipato». Di fatto vi fermaste. «Perché non riuscimmo a cambiare Roma, lui ce l’ha fatta, andando oltre il 40 per cento. Se si consolida questo dato è maggioritario. E il Pd cambia in modo radicale il campo di gioco, obbligherà anche gli altri a ragionare. Si comincia solo ora». Anche la sinistra pare si stia organizzan- do. «La sinistra, ma anche il centrodestra lo dovrà fare. Siamo alla conclusione del partito personale e comincia il dopo Berlusconi. Anche loro devono entrare nella Terza Repubblica- Renzi ci è entrato con la testa e ora anche con il voto». Come legge il voto al Movimento 5 Stelle? «Hanno fatto la stessa campagna elettorale di un anno fa, ma ora c’era Renzi. Che era rispetto a loro un competitor su certi temi. Perché è uno che è apparso come uno che voleva cambiare ma governando. Mentre Grillo andava da Vespa per parlare ai moderati, Renzi ci parlava direttamente attraverso il governo». Cosa significa fl voto meridionale? «L’effetto Renzi c’è stato anche al Sud, anche se Renzi stesso e il Pd stesso devono metterselo meglio m testa. Il Mezzogiorno gli ha dato fiducia, gli ha detto metti anche noi in questo cambiamento». un’apertura di credito non incondizionata. «È una responsabilità, certo». Poi c’è il rovescio della medaglia: U voto delle amministrative. Un abisso con quello europeo. «A livello amministrativo questo effetto non si è espresso, perché nei Comuni conta molto come è il Pd localmente, chi sono i candidati a sindaco, le liste. E come era prevedibile il voto in provincia di Napoli è stato difficile». Insomma qui siamo molto lontani dalla Terza Repubblica. «Già, a livello nazionale è chiaro che si guarda avanti, che finalmente nasce davvero il Pd e cioè non come la giustapposizione di due vecchie tone, Pci e De, ma come nuovo orizzonte, nuova frontiera. Prendendo il meglio dell’Ulivo e andando oltre. Conta anche la sua età senza dubbio. Bisogna saperle vedere le cose. Se si è persone libere bisogna capire quando uno ha fatto meglio, mai essere meschini. Qui invece…». Invece? «D Pd non è ancora chiaro. Non c’è questa sfida a Napoli e nel Sud. Per esempio su quali linee politiche e su quali aggregazioni e coerenze politiche si è andati anche agli ultimi congressi provinciale e regionale sarebbe per me difficile da dire. Mentre mi è chiarissimo quali erano le differenze a livello nazionale tra Renzi, Cuperlo e Civati. Ovviamente dato che i cittadini sono intelligenti l’effetto Renzi sparisce nel voto comunale, perché c’è l’effetto del Pd così com’è». In alcuni comuni si andrà al ballottaggio. Lei tiene particolarmente alla sfida di Casal di Principe. «Mi auguro davvero che Renato Natale possa farcela. A questo doppio voto bisogna guardare con occhi intelligenti. Vuoi dire che è possibile anche qui ottenere importanti risultat
i, ma solo dopo aver compreso i problemi del voto comunale e aver aperto il grande tema dell’astensione in città, che è un fatto enorme. A Napoli che voti soltanto il 43 per cento degli elettori è drammatico. Doveva essere per gli arancioni il luogo della partecipazione, la loro avventura naufraga nell’astensione». Ma il Pd come cambia verso anche a Napoli? «Costruendolo, facendolo vivere nella realtà e costruirlo programmaticamente e politicamente. D voto europeo ci dice gli spazi, il voto comunale i problemi. Noi siamo alternativa a Caldoro e de Magistris e il voto europeo ci dice che è possibile ma che ci sono problemi da risolvere, che non vanno coperti dall’effetto Renzi». Costruire un partito. Lo si dice sempre, ma cosa vuoi dire? «Significa aprire il partito alla sodetà. Unirlo. È inaudito che non si elegga il presidente dell’assemblea regionale. A questo compito deve dare un contributo il Pd nazionale e il governo. Non possono ragionare che i guai se li devono sbrogliare i dirigenti regionali e locali. Però questi problemi devono essere affrontati ora. Altrimenti la realtà si vendica».

Simona Brandolini – Corriere del Mezzogiorno