Trattativa Stato-mafia, Mancino parla in aula: ”Ho subito una campagna denigratoria”

“Ho sempre servito lo Stato con lealtà, amore e disinteresse”, ha detto Mancino, al termine dell’ascolto in aula delle registrazioni telefoniche tra lui e l’ex consigliere giuridico del Quirinale Loris D’Ambrosio. “Ho chiesto di rendere spontanee dichiarazioni sulle conversazioni tra me e D’Ambrosio – ha detto Mancino – intercettate dalla Procura a partire dal 25 novembre 2011, quando non ero ancora stato iscritto nel registro degli indagati”. Mancino è imputato per falsa testimonianza.
“E’ ingiusto chiamare in causa un ministro dell’Interno che ha combattuto la mafia, è per questo motivo che mi sono rivolto al dottor Loris D’Ambrosio, non per avere protezione e aiuto ma per confidare la mia amarezza diventata angoscia per tutto ciò che si diceva di me”, ha continuato.
“Da parte mia non c’è stata alcuna intenzione di influire sulle indagini”, ha detto l’ex Presidente del Senato. “Non deve sfuggire – ha continuato – la disarmonia registrata tra le tre Procure di Palermo, Firenze e Caltanissetta, e soprattutto di quella palermitana, con un magistrato che si dimette dal pool inquirente, un Procuratore capo che non firma la richiesta di rinvio a giudizio”.