Garanzia Giovani – Arace (Pd): Sergio Nappi usa metodi clientelari

arace“Ho letto con curiosa attenzione il comunicato stampa dell’on. Sergio Nappi, apparso in questi giorni su molte testate locali. Mi rammarica mettere a conoscenza dell’onorevole irpino che la Garanzia Giovani è un programma europeo approvato dai paesi dell’Unione nell’aprile dello scorso anno con una Raccomandazione del Consiglio, dalla quale i singoli Stati hanno poi elaborato i piani nazionali per l’attuazione della Garanzia, seguendo un percorso che in Italia prevedrà una riforma dei Centri per l’Impiego, avocati al Governo centrale. La Garanzia Giovani, quindi, non è stata né elaborata né negoziata dalla Regione Campania e pertanto l’on. Nappi attribuisce a sé e al Governo regionale il merito del nulla, se non di applicare, come l’ordinamento vuole, una disposizione nazionale”. E’ quanto afferma Nadia Arace, consigliere delegato all’Europa per il comune di Avellino.
“Inoltre – prosegue – mi fa specie leggere che l’onorevole abbia dato disposizioni di assistenza tecnica presso la propria segreteria politica per orientare i giovani richiedenti nella fase di compilazione della procedura, considerato che, piaccia o non piaccia a Nappi, i giovani dai 15 ai 29 anni ne hanno tutto il diritto a prescindere da lui. La Garanzia Giovani, infatti, è un percorso che impatta su tutti i giovani non coinvolti in processi di istruzione, formazione e lavoro, i quali possono recarsi liberamente e gratuitamente presso tutti i CPI e i centri accreditati.
Non sono solita intervenire per rettificare una dichiarazione strumentale, ispirata ad un clientelismo di provincia, ma colgo l’occasione per consigliare all’on. Nappi che è del tutto inutile predisporre presso la sua segreteria un assistente, che avrebbe le stesse identiche funzioni di un addetto al prestito di un volume presso la Biblioteca provinciale. E per segnalare ai mezzi di informazione che ai tempi della disoccupazione giovanile più alta della storia italiana, nel nostro meridione, bisogna mantenere alta la guardia rispetto ad operazioni di propaganda che utilizzano il bisogno per generare il condizionamento del consenso”, conclude Arace.