Il comune di Avellino e l’Ambito A04: chi troppo vuole nulla stringe!!!

foti-la-verde gAvellino – Diversità di vedute e di priorità. Ma anche modalità di gestione e di sintesi. L’Ambito A04 assomiglia sempre di più ad un campo di battaglia che vede contrapposti due fazioni in lotta tra loro.

Da una parte i 7 Comuni del PD (Avellino, Chianche, Montefredane, Pratola Serra, San Martino Valle Caudina, Tufo e Altavilla Irpina, quest’ultimo stranamente uniformatosi al PD nonostante commissariato) che fanno quadrato attorno ad una dirigenza provinciale che, nei fatti, li costringe ad essere tutti uniti, pena il deferimento alla Commissione di Garanzia, come accaduto di recente per il vicesindaco di Pietrastornina, Giovanni De Lisa.

Dall’altra, i 9 Comuni (Capriglia Irpina, Grottolella, Pietrastornina, Prata di P.U., Cervinara, Rotondi, Roccabascerana, Petruro Irpino e Torrioni) appartenenti a svariate ideologie politiche che si sentono innanzitutto amministratori dei propri territori e che come tali fanno sentire con forza la loro voce. Per loro, il sociale è di tutti. E’ inclusione e non esclusione, a tutti i livelli: rappresentativi, organizzativi, decisionali e di gestione. Abituati per 10 anni ad un Sistema di Welfare sociale “democratico e partecipato” dove anche il Comune più piccolo aveva il proprio ruolo e la propria dignità, si trovano ora a lottare contro un gigante che per il solo fatto di essere il più grande, ma non il più competente, vuole inghiottire spietatamente tutto e tutti, in barba ad ogni buona regola di pacifica convivenza e di condivisione.

E così, il gigante impaurito, dopo aver perso la battaglia politica, ha scritto, alla Procura della Repubblica del Tribunale di Avellino, alla Corte dei Conti della Campania e al Prefetto di Avellino precisando di aver registrato, a suo dire, “il netto ostruzionismo di alcuni sindaci dell’ex Consorzio A4 al corretto adempimento delle norme regionali” aggiungendo, si legge nella nota n. 2014/0019935 a firma dell’assessore Stefano La Verde, “con strategie variabili assolutamente vietate si è cercato di mantenere prima in vita l’ex Consorzio A4, poi tentativi di incarichi al commissario liquidatore di competenze e ruoli assolutamente vietati, oggi si prende atto dell’individuazione diretta del coordinatore e, da questi, dell’Ufficio di Piano”. “Precisazioni – secondo La Verde – doverose visto che il Comune di Avellino ha inoltrato ricorso al TAR contro la delibera n. 1/2014 del commissario ad acta in quanto ha ritenuto evidente la sussistenza di interessi pubblici concreti ed attuali da tutelare nella vicenda”.

Dunque, ci risiamo di nuovo, la fazione dei 7 contrari fa ostruzione, cerca di screditare e delegittimare. Il loro obiettivo? Non certo l’attivazione dei servizi socio-assistenziali! A parte la nota di La Verde di cui sopra, molto esplicita in merito riguardo alla poltrona, pardon figura, del coordinatore, ricordiamo l’unica esternazione ufficiale fatta il 25 gennaio u.s. da Capitan De Blasio, segretario del PD provinciale, che comunicava ai mezzi d’informazione di essere contrario alla proposta targata Paolo Foti, sindaco PD del capoluogo, in quanto prevedeva all’epoca la poltrona, pardon la figura, del vicecoordinatore. Nella nota infatti si leggeva che: “Dopo un lungo ed estenuante tira e molla per giungere ad una soluzione che doveva essere e che, per quanto ci riguarda, dovrà essere del tutto provvisoria e transitoria, scoppia un caso incredibile sulla ipotesi prevista nella Convenzione della figura di un vice coordinatore in presenza di esigenze e bisogni specifici dal punto di vista gestionale. Ora, se come appare,  in un tale contesto,  la questione relativa alla figura del vice coordinatore prevista nella Convenzione pregiudica la credibilità dell’impegno prodotto sin qui dai sindaci del partito democratico; se il dibattito che né è scaturito finisce per compromettere un percorso che , si ribadisce, ha bisogno di avviarsi quanto prima nell’interesse dei cittadini che ne hanno maggiormente bisogno, gli amministratori del PD non intendono prestarsi ad un gioco assolutamente estraneo alla propria condotta amministrativa e politica. A tal fine si ritiene opportuno liberare definitivamente la discussione da ogni eventuale elemento strumentale rimuovendo nello specifico la previsione di tale funzione gestionale dalla bozza di Convenzione approvata dal Coordinamento istituzionale”.

Un atteggiamento, quello di De Blasio, che ha spinto la Regione Campania a nominare alla fine un Commissario ad acta che non ci sarebbe stato se la Convenzione targata Foti fosse stata approvata anche dal Consiglio comunale di Avellino del 27/01 u.s.. E così, il Commissario ad acta, Armando Masucci, nominato con DPRC n. 37 del 31 gennaio c.a., ha avuto il mandato di provvedere, in sostituzione degli ordinari organi comunali, all’adozione e sottoscrizione della forma associativa per l’esercizio associato delle funzioni afferenti il sistema integrato locale degli interventi e dei servizi sociali nonché all’adozione e presentazione del Piano Sociale di Zona ai sensi della vigente legge regionale n. 11/2007.

Il primo obiettivo è stato raggiunto. Infatti, Masucci ha adottato e sottoscritto, per conto dei 16 Comuni dell’Ambito, una Convenzione ex art. 30 del D. lgs. 267/2000 quale forma giuridica di gestione associata delle funzioni e dei servizi dell’Ambito, anche dei Comuni guidati da Capitan De Blasio che oggi fanno dichiarare dal loro portavoce, il sindaco di Montefredane, Valentino Tropeano, (è lo stesso sindaco che nei giorni scorsi ha rilasciato il nulla osta ad un suo dipendente comunale per far parte dell’Ufficio di Piano mentre Avellino ha dato forfait) di non partecipare ad alcun Coordinamento Istituzionale fino alla sentenza del TAR di Salerno. E anche questa volta, visto che Capitan De Blasio non sembra preoccuparsi dell’avvio dei servizi sociali, sospesi anche per il Comune capofila, potremmo supporre che la sua posizione ostativa – dichiarata del resto dal suo portavoce Tropeano –  sia dovuta alla poltrona, pardon figura, del Coordinatore pro tempore, Raffaele D’Elia, nominato – democraticamente e legittimamente – dal Coordinamento Istituzionale in data 31 marzo u.s., in attuazione dell’art. 11 della legge regionale 11/2007.

Intanto, il fronte dei favorevoli, che di fatto in seno al Coordinamento Istituzionale ha la maggioranza assoluta (9 voti su 16) dopo aver nominato i vertici dell’Ambito A04: Presidente, Filuccio Tangredi, e Vice-Presidente, Antonio Spagnuolo, ha rimesso in moto l’Ufficio di Piano con la nomina del Coordinatore e del Responsabile finanziario. L’Ambito A04 guidato da Filuccio Tangredi, nella giornata di mercoledì 02 aprile u.s., per non perdere i fondi stanziati dalla Regione Campania connessi alla realizzazione dei Centri antiviolenza, circa 75.000 euro, ha approvato d’urgenza un progetto che il comune di Avellino non avrebbe presentato agli uffici regionali. Un secondo Coordinamento Istituzionale si è tenuto a pochi giorni di distanza, precisamente il 9 aprile u.s.   –   in cui i 6 sindaci PD ed il Commissario prefettizio di Altavilla irpina, non si sono presentati  –  per deliberare circa la riattivazione dei servizi sociali (in particolare del servizio sociale professionale, dei servizi temporanei e territoriali, dei servizi ex ONMI ecc.). Il Coordinamento Istituzionale ha, inoltre, approvato le modalità di pagamento delle quote di compartecipazione alle rette dovute alle strutture in materia di integrazione socio-sanitaria. Ha, altresì, preso cognizione, per la prima volta, della programmazione dei fondi PAC (Anziani e Infanzia) che il Comune di Avellino/capofila, nonostante fosse commissariato, ha presentato AUTONOMAMENTE a marzo 2014 al Ministero dell’Interno. Il progetto de quo, che avrebbe dovuto  essere approvato dal Coordinamento Istituzionale, è stato, invece, presentato in solitudine dagli uffici del comune di Avellino senza coniugare le azioni PAC con la programmazione del Piano Sociale di Zona che nel frattempo veniva elaborata dal gruppo di lavoro nominato dal Commissario ad acta. In merito alle azioni PAC, il comune di Avellino aveva previsto di reclutare oltre 30 figure professionali tra assistenti sociali, psicologi, educatori professionali, sociologi, tecnici dell’accoglienza, amministrativi ecc. Sarà probabilmente questo a far innervosire gli animi !!!

Un dato è certo: il comune di Avellino, per oltre un anno e mezzo, non è riuscito a svolgere il delicato ruolo di ente capofila riconosciutogli dalla Regione Campania. Poteva svolgere sul sociale un ruolo guida dell’intera provincia di Avellino ed invece, accecato, ha completamente messo in ginocchio quel poco che c’era. Chi ha guidato il comune di Avellino, non è riuscito a creare quel necessario clima di partecipazione e condivisione delle scelte. Probabilmente, non ha tenuto in mente un importante detto: “chi troppo vuole nulla stringe”. L’esempio dell’utilizzo dei fondi PAC, decisi a tavolino, è solo emblematico ma ce ne sono tanti altri… L’incapacità di mediare e rispettare le esigenze di tutti gli altri Comuni ha di fatto ingessato l’Ambito A04 fino a farlo soffocare. D’altro canto, la politica, completamente assente, non ha saputo svolgere il suo ruolo lasciando, in solitudine, gli amministratori combattere sul campo di battaglia. Oggi che 9 sindaci su 16, con grande senso di responsabilità, hanno sapientemente fatto quadrato per riavviare il sistema di interventi e servizi sociali ecco che qualcuno, invece di prendere atto della sconfitta e dimettersi, tenta altre strade minacciando ricorsi, querele, esposti e via dicendo. Siamo certi, tuttavia, che tutti coloro che si sono impegnati per il bene comune ed hanno inteso utilizzare il proprio mandato per il solo fine di tutelare l’interesse generale riusciranno a raggiungere i loro obiettivi, tra i quali c’è quello di non essere fagocitati dal gigante con i piedi di argilla.