Abolizione Province: il punto di vista di Vincenzo Alaia, già Presidente del Consiglio Provinciale

Vincenzo Alaia presidente consiglio provincialeAvellino – L’approvazione del Ddl Delrio, che ripristina – nei Comuni fino a 3000 abitanti – dieci consiglieri più il sindaco(massimo due assessori) e – in quelli fino a 10.000 – dodici consiglieri più il sindaco (massimo 4 assessori),  ha creato reazioni contrastanti, nella pubblica opinione e nel mondo politico.

A  Vincenzo Alaia, ex Presidente del Consiglio Provinciale di Avellino, protagonista dell’ “ultima stagione” degli eletti , per così dire, chiediamo un punto di vista sulla legge che riforma le Province.

Secondo me” – afferma Alaia “ siamo ad una battuta d’arresto del processo democratico : uno schiaffo alla legittimità del voto popolare. Io parlerei di legge beffa, una bolla di sapone fatta passare – con clamore mediatico – per grande riforma, fautrice del dimezzamento dei costi della politica. In realtà – io credo-  siamo di fronte a un’operazione di ‘facciata’, che potrebbe essere di grande ‘effetto’ sull’opinione pubblica, ormai stanca di sprechi e inutili dispendi di risorse.

In realtà poi, le Province non sono state abolite, ma soltanto  ‘trasformate’ in Enti di secondo livello – non elettivi – cui  vanno ad aggiungersi le Città metropolitane: insomma, una grande confusione! Una elaborazione del ‘nuovo’ senza che il preesistente sia rimosso o ridefinito. Tutto ciò andrà a  penalizzare le aree interne e le piccole economie locali . E, a creare non poche ‘disfunzioni’nell’espletamento dei servizi  ai cittadini . Perché,  sebbene alcune funzioni chiave siano state mantenute dalle Province, ora si dovrà affrontare la fase di ‘assestamento’ per così dire, della legge . Una fase di rodaggio, che tenga conto – comunque -  delle contraddizioni contenute all’interno del Testo.

In conclusione,  i vantaggi e i risparmi tanto declamati io non li vedo. Avremo un Consiglio Provinciale di ‘nominati’ e non di eletti!       Ciò provocherà un ulteriore scollamento tra la politica  e il territorio di appartenenza, perché in questo modo si dà più potere ai partiti, agli apparati di partito…insomma si favoriranno altri tipi di accordi, escludendo la possibilità di far scegliere  all’elettore  direttamente i propri rappresentanti all’interno del Consiglio Provinciale. Molto spesso un Sindaco può non interpretare la volontà popolare ed essere espressione di se stesso o del proprio partito al momento della scelta. Lo stesso dicasi degli amministratori locali. E inoltre: i dipendenti delle Province – per le funzioni di loro competenza – a quali Enti saranno assegnati? Si parla di Regioni e Comuni: ma con quale esborso di risorse aggiuntive. Gli Enti locali non riescono ad affrontare il ‘quotidiano’. Sarebbe impensabile l’idea di ‘accollare’ ai Comuni maggiori uscite !”.

di Raffaella Luise