“Come se non fosse successo niente”, l’ultimo romanzo di Diego Nuzzo

libro nuzzo_come se non fosse successo niente“…Ma la parola non è la sua prerogativa. È la mia ragion d’essere, la mia cifra distintiva. Lei potrebbe e potrà chiedere conto delle mie parole, di quelle ombre leggere lasciate sui fogli che diventano carne, senso, flagello. E imputare, poi, con spietatezza da inquisitore, che quei piccoli segni neri non ricerchino più, tra le pieghe della giustapposizione armonica di lemmi e fenomeni, la forma più profonda d’infelicità…”

“… Gli piaceva, a volte, disseminare i libri come Pollicino con le briciole, sapendo di lasciare una traccia non per sé ma per altri…”

“Come se non fosse successo niente”, edito da Rogiosi, è l’ultimo romanzo di Diego Nuzzo, architetto partenopeo già noto per il suo primo romanzo del 1995 “I silenzi abitati delle case” e per aver dato vita al Penguin Cafè, un locale incantevole dove lo spirito dell’eclettico proprietario edificava elevati spazi di cultura.

Il romanzo in questione disegna una rete su cui si innestano le storie di vari personaggi che sono connessi tra loro dall’amore smisurato e sincero per i libri. I nessi vengono a galla solo alla fine, attraverso le lettere che Daniela scrive a Clara, due socie che gestiscono a Milano una libreria di testi usati: “I libri indispensabili”. Daniela decide di smaltire le eccedenze del magazzino in giro, liberando i libri attraverso il bookcrossing. I libri liberati vengono disseminati non solo a Milano, ma in molte altre città ed è in questo modo che i diversi personaggi del romanzo entrano in connessione tra loro e noi lettori siamo in grado di ricostruire il mosaico di umanità che esplode in questo romanzo.

Un grande plauso va a Diego Nuzzo per aver dimostrato una spiccata capacità di utilizzare un linguaggio ricercato, aulico, ma senza mai rinunciare ad una scorrevole fluidità, che conferisce al romanzo un tono morbido e quasi caloroso, che abbraccia il lettore con un velo di dolce nostalgia. Tutto il romanzo è intriso di una sincera sensibilità, che finisce per creare una forte empatia con tutti i personaggi, nei cui ritratti è difficile non ritrovare elementi di profonda umanità. Sono persone vere, dal profilo abbastanza comune, in cui l’immedesimazione non è un’impresa difficile. È un libro che parla di amore, della forma più sincera e raffinata che può esistere, quell’amore spasmodico e smisurato che sfocia in una genuina forma di feticismo: l’amore per i libri. È rintracciabile tra le righe una dichiarazione d’amore disarmante dell’autore per la scrittura e la parola, che diventa concreta, reale, quasi palpabile, consentendo al lettore di sfiorarla, appropriandosene e godendo delle infinite sfumature di emozioni che gli regala.

di Davide MARENA