Precari PA e scuola, Paris alla Camera: “bisogna cambiare le tutele ai fini pensionistici”

parisRoma - Blocco del turn over e precarizzazione del personale nelle pubbliche amministrazioni: sono questi i punti su cui ha battuto Valentina Paris, deputata del Partito Democratico, nel suo intervento alla Camera durante il dibattito sulla stabilizzazione dei precari delle PA, con particolare riferimento al comparto scuola.

“All’inizio di questa legislatura – ha spiegato Paris – abbiamo visto per la prima volta andare in pensione un lavoratore che era stato precario per tutta la vita. Un caso emblematico che la dice lunga sulla degenerazione del nostro sistema. Ebbene, il tema non è se deve cambiare la tipologia contrattuale ma il rapporto di lavoro e soprattutto le tutele ai fini pensionistici che a questi lavoratori devono essere garantite.”

La deputata democratica ha poi evidenziato i limiti del blocco delle assunzioni nel pubblico impiego: “Il Pd ha chiesto al Governo di impegnarsi a far sì che non ci siano ulteriori misure di limitazione del turn over nella pubblica amministrazione perché siamo consapevoli che questo è stato un elemento che non ha consentito né di garantire coloro che oggi nella pubblica amministrazione lavorano né tanto meno coloro che ci vorrebbero lavorare. Per questo occorre che tutti coloro che hanno avuto rapporti con la pubblica amministrazione, attraverso varie forme e tipologie contrattuali, possano essere assorbiti attraverso il riconoscimento del know how acquisito negli anni e, con maggior riguardo, poter stabilizzare coloro che, invece, sono già stati selezionati attraverso procedura concorsuale.”

“Per quanto riguarda nello specifico il personale della scuola – ha concluso Paris – riteniamo doveroso mantenere il doppio canale per consentire, da un lato, l’assorbimento delle graduatorie ad esaurimento e, dall’altro, far sì che la scuola possa avere personale qualificato attraverso procedure concorsuali che non abbiano tempi estremamente lunghi ma che vengano riprodotte su uno schema almeno biennale, per poter non avere più classi di 32 alunni con insegnanti che non possono garantire continuità didattica“.