Convegno “Etica e Lavoro” – I sindacati: “Investire sul territorio per non perdere la speranza”

incontro etica e lavoroAvellino – “Non ci sono ricette facili per il lavoro ma bisogna investire”. Questo il messaggio lanciato questa sera nel corso del convegno “Etica e Lavoro – Etica del Lavoro”.

Un convegno che come ha spiegato, don Emilio Carbone all’apertura dei lavori, “serve per far convergere tutte le forze in una sola direzione che permettano di risolvere il grave problema della mancanza di lavoro che costringe intere generazioni a decidere di andar via dalle loro terre di origine o, nei casi peggiori, a compiere gesti estremi”.

“Il lavoro è l’elemento costitutivo dell’uomo. E’ attraverso il lavoro che l’uomo acquisisce dignità perché da sicurezza, prospettive future – commenta il vescovo di Avellino, Francesco Marino – Dobbiamo sentire quel senso di responsabilità che ci permetta di trovare soluzioni e prospettive nuove a questa problematica. Io ho un sogno: che un giorno non vengano più  a chiedermi la raccomandazione per il lavoro”.

“Il lavoro appare come l’emergenza delle emergenze. Il clima di incertezza e rassegnazione che attanaglia le famiglie di questo Paese è davvero alto – evidenzia Vincenzo Tino del MLAC – Bisogna far sì che questo vuoto venga colmato seguendo l’invito di papa Francesco fatto ai minatori della Sardegna e cioè non perdere la speranza ma alimentarla attraverso la partecipazione responsabile di tutti costruendo una rete in grado di dare un futuro meno nebuloso alla nostra terra”.

In Irpinia si contano 45mila disoccupati e la maggior parte di questi sono in cerca del loro primo impiego. Un primo impiego che ormai non si è più in grado di individuare quando inizia poiché ci troviamo dinnanzi ad una concezione di lavoro moderno: “un sistema che mortifica ogni giorno soprattutto giovani e donne che  – sottolinea il segretario della Cisl Irpinia Sannio, Mario Melchionna –  non riescono a trovare spazio. Gli ultimi dati in merito alla disoccupazione giovanile sono allarmanti: siamo arrivati al 58.7% che sta a significare 84mila giovani senza lavoro, altri 8mila giovani hanno deciso di lasciare l’Irpinia, ma il tasso di disoccupazione è ancora più altro perché moltissimi giovani non si iscrivono più al centro per l’impiego perché hanno capito che non serve per trovare lavoro.”.

Nel corso del suo intervento il segretario Melchionna ha parlato anche di lavoro nero, usura e suicidi che sono una vera e propria piaga nel nostro territorio: “In Irpinia le ispezioni effettuate sulle aziende hanno portato a stimare circa 7milioni di euro evasi. Oltre il 65% delle attività ispezionate hanno presentato irregolarità. 125 attività sono state sospese perché hanno superato del 25% la percentuale di lavoro nero. Quanti lavoratori sono morti perché i loro datori di lavoro non li pagavano nonostante loro tutte le mattine andavano a lavorare? E’ il caso di quel forestale che dopo 18 mesi che non percepiva lo stipendio ha deciso di togliersi la vita. Ma di casi come questi ce ne sono a iosa. Sono dati che ci lasciano senza parole per non parlare dell’usura. Ormai tutti ricorrono all’usura dagli imprenditori al pensionato dal lavoratore al disoccupato ed è un giro dal quale una volta entrato non se ne può più uscire. E’ arrivato il momento di intervenire con atti concreti a partire dal governo che la smetta di fare annunci e poi, con la scusa che noi del sud ci lamentiamo sempre, ci cancella dall’agenda politica. Abbiamo il dovere di fare di più – chiosa il segretario della Cisl – e si può fare di più solo se il lavoro diventa un diritto e non una concessione perché altrimenti non andiamo da nessuna parte”.

Anche Simeone e Vassilliadis condividono il pensiero di Melchionna: “Quando si parla di lavoro si rischia di ripetere dei numeri che il più delle volte non sono per niente sinonimo di cose buone, anzi – chiarifica Luigi Simeone della Uil – i primi dati che ci vengono offerti da qualsiasi motore di ricerca in merito alla parola lavoro riguardano principalmente i tassi di disoccupazione e le morti sul lavoro. Questi numeri potrebbero essere meno angusti se solo si desse importanza a fare una cosa non al chi fa quella determinata cosa”.

Il sindacato – continua Costantino Vassilliadis dell’Ugl – è chiamato a rappresentare uno scenario critico. Fare impresa in Italia è davvero un’impresa perché ci sono numerosi fattori che ostacolano l’avvio di un’azienda a partire dalle tasse fino ad arrivare alla burocrazia e all’accesso al credito. Sembrerà strano ma in una recente ricerca l’Italia è posizionata dietro il Rwuanda e il Ghana in materia di facilità ad avviare un’azienda sul territorio. Nella nostra Provincia c’è bisogno di una svolta e bisogna darla ritornando alle origini ed inseguire le nostre vocazioni territoriali: il turismo, l’artigianato, il settore agroalimentare, senza abbandonare le industrie. Solo così la Provincia si può rialzare e riacquisire la luce che aveva una volta”.

Ed è proprio dalle risorse territoriali che bisogna ripartire per risollevare le sorti della nostra Provincia. “L’Irpinia possiede tesori inestimabili che potrebbe sfruttare al meglio – conclude il procuratore Antonio Guerriero – attraverso la creazione di una rete che possa dare l’opportunità di investire sul proprio territorio e scongiurare una volta per tutte il fenomeno della fuga dei cervelli. Bisogna promuovere un’etica della responsabilità in grado di costruire degli obiettivi per le nuove generazioni indicando quella meta che è mancata. Disponiamo di un tesoro prezioso che non possiamo lasciarci sfuggire e dobbiamo evitare ad ogni costo che queste terre diventino delle terre del vuoto”.