Fim Cisl – Ecco il testo della mozione congressuale
Il Congresso straordinario della FIM IrpiniaSannio, svoltosi presso il Bel Sito Hotel “ Le due torri” a Manocalzati(AV) il giorno 7 marzo 2014, approva la relazione introduttiva e le conclusioni di Gianfranco GASBARRO, Commissario della FIM di Avellino e Segretario nazionale FIM-CISL; gli interventi di Vittorio GUIDA, Coordinatore FIM Campania, di Mario MELCHIONNA, Segretario Generale della CISL IrpiniaSannio e di Lina LUCCI, Segretario Generale della CISL regionale della Campania e assume gli interventi dei delegati espressi nel dibattito.
Il Congresso sancisce la conclusione della fase di commissariamento della struttura di Avellino deciso dal Comitato Esecutivo nazionale della FIM, giudicandola fruttuosa e positiva sul piano:
- della tenuta e del rafforzamento dell’organizzazione,
- del rinnovato protagonismo dei delegati nelle aziende,
- del livello di autorevolezza politica e contrattuale verso le controparti,
- dello sviluppo dei rapporti di collaborazione piena e di sinergia politica ed operativa con la CISL territoriale nel quadro di analoga qualità dei rapporti a tutti i livelli, regionale e nazionale, tra FIM e CISL.
Questa sinergia è stata importante e decisiva per superare le difficoltà, per dare fiducia ai delegati nelle aziende, per contrastare gli attacchi alla nostra organizzazione, per accrescere il senso di appartenenza e di identità verso la FIM e la CISL.
Con il Congresso riprende pertanto la pienezza della vita ordinaria dell’Organizzazione con l’elezione degli organismi democratici e assume piena vitalità politica ed organizzativa la FIM IrpiniaSannio nel contesto dell’omologa CISL territoriale, costituita a seguito del processo di riorganizzazione della CISL in Campania, processo fortemente condiviso dalla FIM, il cui altro elemento importante è stata la trasformazione dell’Unione di Napoli in Area metropolitana accorpata alla CISL regionale.
La FIM IrpiniaSannio è quindi oggi nelle migliori condizioni di approfondire il contributo già in atto verso il decentramento operativo della CISL territoriale messo in essere con la creazione delle zone alle quali la FIM partecipa con convinzione, giudicando il decentramento zonale pienamente funzionale alla necessità di costruire un sindacato più vicino ai luoghi di lavoro e di maggior supporto all’azione dei delegati e alla contrattazione di secondo livello che è sempre di più la nuova frontiera di moderne e stabili relazioni sindacali ed industriali.
La contrattazione decentrata infatti è lo strumento indispensabile non solo per redistribuire i frutti della produttività lì dove essa si genera, ma anche per inseguire e contrastare la crisi lì dove essa manifesta i suoi effetti, che sono appunto i luoghi di lavoro.
Riforma della contrattazione, riforma dei soggetti sindacali e della rappresentanza che giungono a compimento con il Testo unico di gennaio e riforma dell’organizzazione sono pertanto parti inscindibili di un grande processo di riforma delle relazioni sindacali e industriali che la CISL ha avuto il merito di aver colto con lungimiranza e di aver praticato con tenacia nel corso di questi anni.
Un processo lungo e complicato che ha dovuto fare i conti con i ritardi e le titubanze della CGIL condizionata al suo interno dalle posizioni antagonistiche della FIOM, posizioni che tuttora insidiano nella nostra categoria il traguardo di relazioni sindacali serie, moderne, al passo con le esigenze reali dei lavoratori.
Ma sono anche posizioni sempre più minoritarie nelle fabbriche: dall’Accordo di Pomigliano ad oggi cresce il consenso verso la FIM, in termini di iscritti e di voti, consenso conseguito grazie alla fermezza con cui la FIM ha sostenuto le scelte della CISL, rafforzando sinergie e unità con la Confederazione dentro una battaglia politica, culturale e contrattuale per affermare un sindacalismo riformista e partecipativo.
Il Congresso giudica quindi il Testo Unico di gennaio un documento di straordinaria importanza, un frutto della capacità di espansione della cultura e delle posizioni della CISL, uno strumento che rendendo certe ed esigibili la contrattazione nazionale e quella decentrata rappresenta il contributo del sindacato alla possibilità di attrarre investimenti.
Certamente questo non basta: occorrono politiche industriali che mancano da anni, politiche dei settori e dei fattori indispensabili specie nel Mezzogiorno e nel nostro territorio in cui la crisi morde e scatena i suoi effetti in termini di deindustrializzazioni e di disoccupazione, specie giovanile ormai arrivata a tassi di intollerabilità sociale.
Occorre che il nuovo Governo metta mano con decisione alla riforma del fisco, alla riduzione del cuneo fiscale, alla riduzione forte del prelievo su salari e pensioni per creare quello shock forte che la CISL rivendica per rimettere in moto i consumi e la domanda interna sempre più depressa.
E’ indilazionabile una riforma degli ammortizzatori sociali, per dare risposte ad una platea che si allarga sempre di più e che comprende lavoratori precari e forme di rapporti di lavoro atipico a cui va estesa la tutela; nel frattempo va rifinanziata la Cassa in deroga che oggi rappresenta lo strumento per far fronte alle condizioni di disagio dei lavoratori.
Tutto ciò è maggiormente urgente nel nostro territorio in cui versano in crisi molte piccole aziende.
Per quanto attiene alle aziende di maggiore dimensione occorre tenere presente che la maggior parte di esse lavora nel settore dell’automotive e quindi è fortemente interessata allo sviluppo del Gruppo FIAT e in particolare dello stabilimento di Pomigliano.
Innanzitutto va sollecitata una conclusione positiva del Contratto Specifico Nazionale del Gruppo FIAT, attualmente fermo per il rifiuto da parte aziendale di trattare sul salario, un rifiuto incomprensibile e immotivato rispetto al quale la FIM sta mettendo in campo iniziative per il suo superamento.
Lo sviluppo di FIAT, il mantenimento del piano di investimenti, lo sviluppo di nuove tecnologie e quindi di innovazione di prodotto, il superamento delle difficoltà di Pomigliano sono la condizione per la diminuzione delle stesse criticità presenti in importanti insediamenti del nostro territorio quali la FGA, già FMA, che opera nel campo della motoristica con produzioni tecnologicamente avanzate quali i motori in alluminio e la DENSO che opera nel settore della climatizzazione per autovetture.
Per quanto attiene alla IRISBUS, da tempo è aperto presso il Ministero dello sviluppo economico un Tavolo di confronto per risolvere i problemi di prospettiva di questa azienda leader nel settore degli autobus dopo la dismissione di FIAT.
L’impegno preso è quello di portare al Tavolo ministeriale nel più breve tempo possibile una Società italiana che già opera nel settore, nell’ambito di una partnership internazionale; l’obiettivo è quello del recupero pieno dei livelli occupazionali pari a circa 160 unità.
Ci sono una serie di medie aziende che attraversano un momento di difficoltà e sulle quali la FIM territoriale è fortemente impegnata: dall’AURISBUS alla SALVAGNINI; dalla ARCELOR MITTAL all’IMS, alla ALMEC SIRPRES e tante altre.
Altrettanto impegno la FIM territoriale mette nell’area industriale beneventana per sostenere lo sviluppo AGUSTA e di MAGMA POWER e quello della LAER nell’area industriale di AIROLA.