Abolizione Comunità Montane: il punto di vista di Vanni Chieffo

Vanni chieffoL’articolo 37 del Disegno di legge (Finanziaria 2014) approvato dalla Giunta Regionale della Campania (riguardante l’abolizione delle Comunità Montane) ha scatenato un acceso dibattito nel panorama politico locale, suscitando le ire dei più, che si attendevano provvedimenti di risoluzione alla causa dei forestali. E non certo una tale penalizzazione degli Enti Montani.

Era in atto, infatti, un confronto tra le parti , per meglio definire un rilancio e un rafforzamento delle funzioni in capo alle Comunità Montane, dopo la tanto discussa soppressione delle Province.

Ma, paradossalmente, è arrivato il colpo di scena: abolizione!

Le reazioni sono quasi tutte di sconcerto: nessuno sembra aver apprezzato  la ‘boutade’ della Giunta Regionale.

A Vanni Chieffo, dirigente Pd – da sempre strenuo difensore delle politiche a favore degli Enti Montani – (è stato Presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto ed è oggi Presidente del Gal Irpinia) abbiamo chiesto un punto di vista sulla questione:

L’atteggiamento della Giunta Regionale è a dir poco incoerente ” – afferma Chieffo che prosegue – “ Io non riesco a capire come la Regione Campania possa liquidare in un articoletto, mi sembra il 37,  le Comunità Montane, parlando di estinzione, di attribuzioni e conferimento di compiti ai Comuni. Intendendo con  ciò lo scioglimento dell’Ente e il susseguente smembramento di servizi e del personale sui Comuni .

E’ un comportamento incomprensibile e per noi  inaccettabile. Immaginabile soltanto da chi non sa cosa sia una Comunità Montana: le Comunità Montane sono nate, ai sensi della legge 1102,  proprio per sopperire alle esigenze delle macroaree delle zone interne.  Il riferimento è alla parte più strettamente montana. Ossia, dai 700 metri a salire. Non si comprende, dunque, come la Giunta Regionale possa ipotizzare la possibilità di realizzazione di interventi  di forestazione o difesa del dissesto idrogeologico, con un semplice deferimento di funzioni e compiti ai Comuni – enti locali già gravati da nodose problematiche -  o con una mera attribuzione ad essi  di un certo numero di idraulico forestali. Come potrebbero i Comuni attuare piani di intervento straordinario nelle zone montane, se già non riescono a fronteggiare la quotidianità? Quale Comune sarebbe in grado di sostenere tale aggravio di spese ?

 

Presidente Chieffo, qual è la possibile soluzione. Quale la via indicata dal Partito Democratico?

“Noi siamo per l’abolizione dell’art. 37 e non delle Comunità Montane! Puntiamo a un potenziamento di compiti e funzioni : a una redistribuzione di poteri che possa rilanciare e rafforzare  il ruolo degli Enti Montani. La Regione pensi piuttosto a politiche di riequilibrio dell’esistente, dedicando una maggiore attenzione alla causa dei forestali. Provando poi anche a  spiegarci il reale risparmio di tale soppressione, che sembra soltanto di facciata e non di  consistenza effettiva!”

La discussione sul tema continuerà –dunque –  ad animare il dibattito politico: attendiamo i potenziali risvolti della questione!

di Raffaella Luise