Persona, lavoro, famiglia, società: 3 associazioni aprono dibattito su 4 pilastri della civiltà

api avellinoAvellino –  Si è svolto oggi, presso la sede dell’ Associazione delle Piccole e Medie Imprese in via Dalmazia, il primo di una serie di incontri culturali, intitolati:  ”4 pilastri della civiltà”. Tre sono gli enti promotori dell’iniziativa: 1) l’associazione “Idee e Territorio” (https://www.facebook.com/idee.territorio.9?fref=ts), 2) l’associazione “Piccole e Medie Imprese” Avellino, 3) “l’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti” (UCID) Avellino. Così spiegano gli organizzatori: “Nell’epoca della velocità comunicativa, economica e relazionale fermarsi un attimo per non farsi incastrare dalla realtà ma per provare ad interpretarla, può essere non solo bello, ma persino utile. Ancora di più se lo si vuol fare avendo a cuore il valore della persona umana , con tutto ciò che questo comporta. Oggi iniziamo con il primo incontro, fino al 28 Marzo, sempre di venerdì: 1) Persona e Qualità Umane(28 Febb.); 2) Lavoro dell’Uomo e Lavoro Umano ( 7 Marzo);  3) Lavoro Vs. Famiglia? (14 Marzo); 4) Quale Persona in quale Società? (21 Marzo). Ci fermeremo a parlarne con il Dott. Michele Pierro, formatore e consulente aziendale (www.FormaCons.it). Al dibattito Conclusivo, previsto per il 28 marzo, parteciperà in qualità di relatore il Dott. Aurelio Fedele (Partner PricewaterhouseCoopers)”.

Il Dott. Michele Pierro, affrontando il tema della persona e delle qualità umane, oggi ha cercato di dare una definizione di bene, come perfezione del fine e come cosa nel luogo giusto. Ha affermato: “Sulle parole c’è un’opera di manipolazione della realtà: riportando tutto al reale soggettivo, sparisce il reale oggettivo. Ad esempio Pierino dice che non è giusto studiare, ma sarebbe meglio che dicesse che non gli piace. La verità, dunque, è la realtà indipendentemente dalle conoscenze personali, con strumenti per approcciarsi al reale. L’espressione ‘secondo me’ può creare problemi: se uno pensa che il muro è di polistirolo si può spaccare la testa. Bisogna, perciò, conoscere la verità per non fare male a qualcun altro. Conoscere la verità serve per attrezzarsi: se piove prendo l’ombrello. Non posso dire com’è un tizio perché possiamo giudicare solo ciò che ha detto e fatto: la persona non la si può conoscere in pienezza se non la si frequenta”.

Poi ha aggiunto: “Il cervello può avere: 1) un ragionamento induttivo (dal particolare al generale). Che verità è quella scientifica? E’ una statistica perché occorre tempo per la sperimentazione; 2) un ragionamento deduttivo: premessa maggiore (tutti devono mangiare), premessa minore (gli esseri viventi devono nutrirsi) e dunque l’essere umano deve mangiare. Ci sono regole del sillogismo che conducono a ragionamenti adeguati al vero della realtà; 3) un’intuizione: con un lampo di genio tutto è chiaro. Tutti ci fidiamo dell’intuito, ma ci dice solo l’apparenza delle cose (ciò che è fuori da un pacco) senza andare in superfice (ciò che c’è dentro). Bisogna sapere usare bene tutti e 3 i procedimenti per non prendere decisioni sbagliate”.

Quindi Pierro ha spiegato: “La mancanza di dati è nemica dell’intelligenza. Il controllo di alcuni cerca di dare solo alcuni dati per manipolare altre persone. Dati incompleti o sbagliati non danno la risposta giusta. C’è la legge della dietrologia, perciò i giornali vanno letti con prudenza. Nella lingua spagnola ‘chiero’ significa volere ed amare ed in una relazione nessuno fa niente per niente: se una cosa ti fa piacere te la faccio, altrimenti no. Solo se io percepisco un bene sono pronto a muovermi. Più alta è la soglia (ho molta sete) più ci si alza (per andare a bere)”.

pilastri 28 febPierro, parlando del caldo, fame e sonno, ha considerato che c’è oggi un abbassamento della soglia di sopportazione. E ammesso che esiste la sensibilità individuale, la soglia di pazienza varia in base alle esperienze vissute ed all’educazione ricevuta. Pierro ha detto: “il volere di uno è fortemente condizionato. L’uomo è naturalmente sociale perché comunica con la parola o altri sistemi. E la comunicazione, appagamento di un bisogno, può essere studiata come transazione (dare/avere). Cosa si ha in cambio? C’è sempre una contropartita, un bisogno di uno verso un altro. Occorre un’infarinatura sulle regole comunicative altrimenti posso risultare sgradevole o poco convincente. C’è una relazione conflittuale: chi ha comprato a prezzo alto non ha il coltello dalla parte del manico ed in futuro cercherà un altro venditore (+ 1 e -1 = 0). La collaborazione è +1 con + 1: quando le due sfere di egoismo si avvicinano di più non c’è più io, ma l’egoismo del noi contrario al voi e con una condivisione del fine. Quando manca l’unità non c’è condivisione di un bene. Abbiamo solidarietà meccanica (basta che salta un ingranaggio di un orologio e non funziona più) e quella organica (se una parte del corpo soffre le altre aiutano). L’unità meccanica è: voglio mio marito fino a quando non si ammala. Quando le lingue sono diverse lo sono anche gli obiettivi (non si finisce più un progetto)”.

Infine, ha così concluso: “il nemico dell’intelligenza è l’ignoranza e quello della volontà è la debolezza. Si è distrutto il concetto di fortezza (al bambino non si può dire no per non farlo piangere) e dell’umiltà (se dico ‘questo non lo so’ e ‘questo lo so’ dico la verità: se voglio apparire più piccolo di quello che sono c’è fuga dalla realtà, dalla responsabilità, dalla voglia di rimboccarsi le maniche). Umiltà è non apparire diverso da quel che sono. Chi fa un errore non può essere colpevole a vita. Si è ucciso il ‘padre padrone’: si gioca sulle parole, ma non tutto ciò che ha a che fare con il padre è negativo. Il maschio non è un ubriacone ed irresponsabile come è descritto in alcuni film. Non si può avere una cultura totalmente al femminile. Dignità ed uguaglianza non devono confondersi. Nessuno è uguale ad un altro: siamo diversi per fisicità, status sociale, sessualità, etc. Non si può perdere la specificità di un ruolo perché se no si ingrigisce tutto. I fini del matrimonio sono: mutuo supporto, procreazione ed educazione dei figli (trasmettendo il senso della vita, con una missione da compiere). Bisogna dire: mia moglie deve avere successo in casa e fuori e così diciamo anche per il marito”.