Caos Tetracloroetilene – Gli industriali: “Cabina di regia per risolvere l’emergenza”

tavolo acqua confindustriaAvellino – C’è bisogno di un luogo di confronto unico dove vinca il buon senso e l’interpretazione corretta della legge in materia che dia un indirizzo univoco sul da farsi perché non si può più rimandare.

Questo quanto emerso stamane nel corso dell’incontro tra i rappresentanti delle associazioni industriali  presso la sede di Confindustria.

Al tavolo erano presenti Angelo Sari per Confindustria, Lucio Fierro per il Cna, Michele De Maio dell’Unic e Maurizio Buonanno per Api che hanno presentato un documento nel quale sottolineano la necessità dell’intervento del Prefetto al fine di mediare tra le parti chiamate in causa per risolvere l’emergenza tetracloroetilene al fine di trovare una soluzione che non sembra essere nemmeno tanto difficile trovare.

“Il tetracloroetilene – sottolinea Lucio Fierro – nuoce alla salute dell’uomo solo se ingerita. Dunque, se l’acqua che presenta questa sostanza viene utilizzata nel ciclo produttivo delle pelli non causa nessun pericolo nè per chi lavora tantomeno per l’utilizzatore finale del prodotto”.

Attualmente i pozzi chiusi sono circa una ventina e lo stesso numero è quello che si riferisce alle concerie che senza un pozzo di riferimento sono costretti a continuare le loro attività attraverso l’utilizzo di altre acque che vengono date dall’Irno Service anche se c’è chi accusa un paradosso dato dalla presenza del tetracloroetilene nelle acque. Infatti, stando a quanto dichiarato, i microgrammi (µg) presenti nell’acqua dei pozzi chiusi preventivamente è di 6 µg mentre quella erogata dall’Irno Service è pari a 8 µg.

Chiudendo questi pozzi – commenta Angelo Sari – si darà la possibilità di allargare l’inquinamento all’intera falda arrivando a valle. Abbiamo avuto anche degli incontri con il primo cittadino di Solofra ma l’ultima volta che ci ha chiamato è stato per metterci al corrente delle decisioni prese in merito senza ascoltare il nostro parere. A questo punto, regitrata la presenza di numerosi attori con proposte diverse per assolvere a questa problematica è necessario l’intervento del Prefetto che coordini le parti e trovi soluzioni in brevissimo tempo. Il sequestro dei pozzi, a noi, risulta incomprensibile perchè è accaduto un caso analogo a Pomezia ed in altre parti d’Italia e la decisione che è stata presa, in tutti i casi, prevedeva il divieto di utilizzo delle acque per consumo civile e per le industrie che producevano prodotti alimentari ma non per uso industriale

Nel frattempo, nel caso in cui non si dovesse giungere in tempi rapidi ad una soluzione Maurizio Buonanno si dichiara pronto a costituire una class action contro il comune “per vedere giuridicamente come procedere” ma Fierro è pronto a calmare le acque: “Ciò che serve ora è che ci sia una sola linea da seguire per evitare che con la presenza di altri piani presentati dagli altri attori, Ato, Arpac, ecc… si possa verificare un blocco nella decisione che causerebbe il tracollo del sistema conciario che in questo periodo di crisi lotta per mantenere le commesse e non chiudere“.