Isochimica – Gabrieli attacca Deidda: “Dichiarazioni incomplete. Bisogna dire tutta la verità”
Avellino – “Leggo l’intervista del Dott. Beniamino Deidda pubblicata su Il Mattino del 13 febbraio 2014. Francamente resto sorpreso dalla incompletezza delle dichiarazioni, posto che, se è vero che egli nel dicembre del 1989 ebbe a “chiudere l’Isochimica”, è pur vero che solo dopo circa due mesi la riaprì dopo che Graziano adeguò, come sembra, i sistemi di sicurezza. Poco conta, poi, il fatto che Graziano denunciò il Dott. Deidda, come poco conta l’esito del procedimento penale per calunnia. L’unica verità è, si ripete, che la chiusura dell’Isochimica ad opera del provvedimento dell’indicato magistrato, all’epoca Pretore, durò il tempo di un lampo, tanto che si consentì che dal 1990 al 1992 l’attività continuasse con la El.Sid. s.r.l., pure riferibile a Graziano, per ultimare la scoibentazione delle restanti carrozze ferroviarie. Ristabilita tale incontrovertibile verità, non può passare inosservata l’affermazione secondo cui la Magistratura avellinese sarebbe restata “inerte”, tanto che, recatosi “subito in Pretura per confrontarsi con i suoi colleghi, con somma sorpresa trovò denunce archiviate, procedimenti che giacevano lì senza sviluppo”. Così l’avvocato Leonida Maria Gabrieli in una nota accusa di incompletezza le dichiarazioni del dott. Deidda sulla questione Isochimica.
“Sicché, prosegue il Dott. Deidda, “mi resi conto che non era stato fatto molto e decisi di farlo io. L’inerzia della Magistratura avellinese non aveva evitato la continuazione del reato e il ritorno di quelle carrozze avvelenate a Firenze”. Come è evidente, tali dichiarazioni fanno la pari con quelle del Dott. Gagliardi secondo cui ad Avellino vi è stata sempre una magistratura domestica. Ebbene, non ci siamo. Tali dichiarazioni sono ingiuste e parzialmente non vere. Potrei infischiarmene, ma quando non si dice la verità e tutti scaricano colpe o ingenerano sospetti non si può tacere. Infatti, oltre alle indagini del Dott. Modestino Roca, davanti alla Pretura di Avellino si tennero ben due processi penali (Pretori Dott. Marena e Dott. Vignes) che videro condannato il Graziano per reati contro la sicurezza sul lavoro (furono ammessi i sindacati come parti civili, ma nulla fecero successivamente al processo penale. Di ciò ne riparleremo a tempo debito) e contro lo scarico di materiali nocivi o inquinanti. Discorso a parte - continua Gabrieli - il procedimento penale celebratosi davanti al Tribunale di Avellino che vide esclusi i lavoratori dalla costituzione di parte civile. Ciò ad onta di quanto affermato dal Dott. Deidda e dal Dott. Gagliardi. Ed al primo, va chiesto perché riaprì quasi subito l’Isochimica se è vero che si rese conto della gravità della situazione, mentre al secondo va chiesto, ad esempio, quali furono e sono stati gli episodi di giustizia domestica dei quali è a conoscenza (per affermarlo sicuramente ne ha memoria) e se sa dirci come Graziano acquisì il pacchetto di maggioranza dell’Avellino calcio e chi fu ad interessarsi perché ciò avvenisse (e anche sul punto ci auguriamo che possa tornargli la memoria)”.
“Fatte queste brevi precisazioni, – conclude – la storia dell’Isochimica, ma tutta la storia dovrà pur essere un giorno detta e chiarita, anche perché ormai si sentono in giro tante, troppe amenità e inesattezze. Troppe falsità. Troppe giustificazioni non richieste. E poi, quanti provvedimenti inutili. Quanti protagonisti improvvisati. Sembra più una vulgata che un fatto complesso e per alcuni versi drammatico. Mi chiedo quando se ne parlerà, a parte le indagini della Procura della Repubblica, in maniera seria, compiuta e con assunzione di responsabilità quantomeno sul piano etico, morale, politico”.