Torcia al Plasma – L’Italplasma scrive a Foti: “Confrontarci su caratteristiche tecnologia”
Avellino – Dopo poco più di una settimana dalle dichiarazioni del primo cittadino, Paolo Foti, in merito alla costruzione di una torcia al plasma nella zona industriale di Pianodardine con lo scopo di bruciare l’amianto dell’ex Cementir prende la parola l’amministratore della Italplasma s.r.l., dott. Luciano Bardari, interessata all’installazione di questi inceneritori di nuova generazione.
Bardani in una lettera aperta scrive al primo cittadino di Avellino precisa: “Gentilissimo Sindaco, abbiamo seguito con vivo interesse le sue dichiarazioni, riportate dalla stampa, in occasione di un incontro con gli studenti dell’ITIS “Guido Dorso”, sull’utilizzo della torcia al plasma per smaltire l’amianto dell’ex Cementir nell’area industriale di Pianodardine. Vorremmo precisare che la tecnologia al plasma, che rappresentiamo in Italia, curando lo sviluppo applicativo per conto della Westinghouse Plasma Corporations, è una tecnologia pulita e a basso impatto ambientale, ed è erroneo parlare in questo caso di “inceneritore”, in quanto la tecnologia al plasma, particolarmente indicata per la bonifica delle aree contaminate da sostanze nocive, quali l’amianto, utilizza, invece, un processo di gassificazione.
La gassificazione ha un impatto ambientale molto inferiore alle discariche e agli inceneritori. Il trattamento al plasma, grazie all’altissima temperatura di processo, determina il dissolvimento dei legami molecolari escludendo il loro riaggregarsi sotto forma di specie inquinanti e nocive all’uomo, quali diossine e furani, come avviene, invece, negli inceneritori tradizionali”.
“Questo sistema – continua la lettera - non produce scorie; anzi è efficacemente utilizzabile anche a valle di impianti di incenerimento, per la inertizzazione delle ceneri, sia volatili che pesanti. Eventuali residui bituminosi sono riconvogliati nel ciclo per essere definitivamente trattati. Si tratta di strutture, dunque, a basso impatto ambientale, con emissioni in atmosfera pressoché nulle: il camino di un impianto che utilizza torcia al plasma ha un’altezza non superiore a 20 metri; mentre quello di un inceneritore tradizionale è di circa 130 metri. Inoltre l’impianto massimizza l’energia prodotta: solo il 25 per cento viene impiegato per alimentare le torce e le attrezzature ausiliarie; il residuo 75 per cento viene invece immesso in rete. Mentre dalla gassificazione della parte organica si produce un syngas impiegabile nella produzione di energia elettrica, termica o biodiesel, quella inorganica si trasforma in una sorta di ossidiana, utilizzabile in edilizia come mattoni ad altissima resistenza o inerti per pavimentazioni stradali e conglomerati cementizi”.
“Le soluzioni innovative proposte dall’Italplasma – conclude Bardani – si avvalgono, oltre che dell’apporto del Dipartimento Plasma Research dell’ Università di Atlanta, diretto dal prof. Louis J. Circeo, responsabile della nostra attività di ricerca, anche della costante interlocuzione con importanti riferimenti scientifici quali la Seconda Università di Napoli, il CNR di Catania e il CNR di Sassari.
Ci farebbe piacere se, prima di impedire fisicamente, come Lei ha dichiarato, la realizzazione dell’impianto, potesse confrontarsi con noi sulle caratteristiche di questa tecnologia”.