Filca Cisl Avellino su Ilas Alveolater: “triste assistere alla morte dello stabilimento”

Filca irpiniasannio cislAvellino – Ieri 7 febbraio, si è tenuta l’assemblea dei lavoratori iscritti alla Cisl della Ilas Alveolater di San Martino V.C. presso lo stabilimento ( è stata un’assemblea molto partecipata, erano presenti anche lavoratori di altra Organizzazione) unitamente al responsabile della Filca Cisl IrpiniaSannio “Area Avellino”, Mennato Magnolia.

L’assemblea si è  resa necessaria per focalizzare le prospettive future dei lavoratori che attualmente sono in Cassa Integrazione Straordinaria, in attesa di emanazione di autorizzazione da parte del ministero del lavoro di Roma per i pagamenti e la evoluzione del concordato preventivo in atto presso il tribunale di Lucera (FG).

Si è dovuto prendere atto con rabbia dal che 9 di luglio del 2013 periodo del passaggio dal regime di Cassa integrazione per crisi aziendale a quello di “procedura concorsuale” con richiesta di concordato preventivo, con la nomina del Commissario Giudiziario da parte del tribunale, i lavoratori ancora oggi dopo oltre sette mesi non percepiscono il pagamento da parte dell’Inps, a causa di un meccanismo perverso che risiede al Ministero di Roma, che ritarda anche per affollamento delle pratiche l’istruttoria per la emanazione dei decreti autorizzativi. Da questo versante, si è convenuto sulla necessità nei prossimi giorni di mettere in piedi iniziative, possibilmente unitarie, quale momento di pressione, presso il ministero unitamente ai livelli nazionali delle OO.SS., al fine di accelerare l’iter della pratica e consentire in tempi rapidi il pagamento anche ai lavoratori della ILas.

A riguardo della procedura di omologazione del concordato, si sono attinte notizie che per il 19 del prossimo mese di marzo si dovrebbe definire tale omologazione, fatto importante perché permette ai lavoratori   attraverso il fondo di garanzia, presso l’inps, avere corrisposto il TFR (indennita’ di fine rapporto) ed altre spettanze che, anche queste sono somme considerevoli.

Infine si è commentato con amarezza il progetto ormai naufragato di costituzione di una cooperativa di lavoratori per tentare attraverso questa forma di far ripartire lo stabilimento, la cui causa di impedimento principale è stato il deturpamento degli impianti elettrici con furto della quasi totalità dei cavi (si stima un danno di circa 600.000 Euro), che ha appesantito ulteriormente qualsiasi  possibilità di avvio.

Eppure, si commentava in assemblea, è triste assistere alla morte di un’attività produttiva, la cui causa non è adducibile fondamentalmente al mercato, ma all’imperizia imprenditoriale. A meno di fatti nuovi, continua la desertificazione industriale in Valle Caudina nella più totale indifferenza.