Acque inquinate nel solofrano, l’allarme era scattato nel 2009

acquaSolofra – La presenza del tetracloroetilene nelle acque del pozzo di Chiusa a Montoro Superiore era nota e documentata già dal 2009 e nei precedenti due anni. A riferirlo è uno studio pubblicato proprio cinque anni orsono per conto del Parco dei Monti Picentini il cui titolo è “Indirizzi e azioni per la tutela della risorsa idrica e del paesaggio per il Parco Regionale dei Monti Picentini”, svolto dal gruppo di lavoro interno dell’Autorità di Bacino del Sarno – Regione Campania. Nelle conclusioni del report si legge:

“Risulta che il corpo idrico del Monte Garofano o Monti di Solofra (ovvero la porzione dell’unità idrogeologica interessata dai recenti accadimenti sul caso acqua al Tce a Montoro e Solofra) è caratterizzato da uno stato ambientale scadente; ciò è dovuto a problemi di tipo quantitativo, generati da un impatto antropico rilevante (ovvero dalla presenza delle attività produttive sul territorio). A quest’ultimo è anche da imputare un locale inquinamento chimico delle acque – pozzo Chiusa a Montoro Superiore; quindi risulta indispensabile prevedere una serie di misure rivolte al miglioramento dello stato quali-quantitativo delle acque sotterranee.

Le analisi menzionate nel report (svolte dall’Arpa Campania) fanno riferimento ad un periodo di monitoraggio compreso tra il febbraio del 2007 e il marzo dell’anno successivo. Per quanto riguarda le fonti di approvvigionamento insistenti sul territorio del solofrano-montorese, lo studio ha classificato lo stato chimico delle acque delle varie sorgenti con ‘Classe 1’ e ‘Classe 2’, ovvero trattasi di acque con buone e pregiate caratteristiche idrochimiche, eccezion fatta per il pozzo di Chiusa a Montoro, cui lo studio assegna una ‘Classe 4’ (ovvero “Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti”), “… a causa – si legge testualmente nel report della Regione – del valore del parametro addizionale “tetracloroetilene” superiore al limite di legge nella prima tornata di misure. Ciò è comunque da riferire ad un inquinamento a carattere locale. Il pozzo è ubicato nell’acquifero carbonatico lungo il margine che lo separa dalla piana del Solofrana: pertanto l’inquinamento potrebbe essere dovuto, in tutto o in parte, all’interazione con le acque della falda superficiale dell’acquifero alluvionale; risorse, queste ultime, con caratteristiche idrochimiche scadenti dovute ad un impatto antropico rilevante. Tale ipotesi andrebbe verificata mediante indagini mirate”.

Dallo studio, dunque, si evince che il composto organico del tetracloroetilene si era già infiltrato anni fa nella falda che va a rifornire il corpo idrico di “Monte Garofano o Monti di Solofra” , proprio dove il pozzo di via Consolazione (Solofra) probabilmente pesca essendo distante solo poche centinaia di metri dal pozzo di Chiusa (Montoro Superiore), già contaminato, come si evince dalle analisi svolte dall’ ARPAC nel 2007 e poi per la particolare conformazione del acquedotto comunale l’ acqua proveniente da questo pozzo, va a miscelarsi al resto dalle acque provenienti da altre fonti. L’emergenza acqua al Tce sarebbe esplosa soltanto adesso perché è proprio questo il periodo di maggior scarsità della falda (che coincide con il periodo di dicembre-gennaio); tutto ciò considerando le caratteristiche fisico-chimiche del Tce – che fisicamente è più pesante – ovvero che tende a depositarsi sul fondo della falda, stratificandosi, almeno secondo quanto riferito dallo studio.
Sostanzialmente il rischio che potesse avvenire una contaminazione da tetracloroetilene dell’acqua corrente a Solofra e Montoro era stato già previsto dallo studio preso in esame e pubblicato nel 2009.