No Triv, Cogliano su visita Caldoro: “Presidente evasivo su questione petrolio”

logoNopetrolioGesualdo – “Il Coordinamento Irpino No Triv – beni Comuni – presente il 10 gennaio al Convegno organizzato dal Consigliere regionale Ettore Zecchino ad Ariano Irpino dal titolo: “2014: prospettive di sviluppo per l’Irpinia” alla presenza del Governatore della Campania, stigmatizza con determinazione il comportamento elusivo tenuto dal Presidente Caldoro sulla questione petrolio in Irpinia. Sentire dalla bocca di un Presidente di Regione che la preoccupazione degli abitanti delle zone ricadenti nell’ambito del permesso di ricerca denominato “Nusco” sono infondate perché attualmente le trivelle ancora non ci sono equivale a sostenere che fin quando non c’è il morto in casa e inutile parlare di esequie. Tradotto in politichese il Presidente Caldoro ha confermato la propria neutralità, ad usare un termine alquanto edulcorato, rispetto a decisioni, che secondo lui, non gli appartengono”. In questa nota Carmine Cogliano, esponente Coordinamento No Triv Irpinia, in  merito alla risposta data dal Presidente Caldoro sulla questione petrolio in Irpinia.

“Quanto accaduto è l’ennesimo segnale della “strafottenza” e “supponenza” di Caldoro che delle zone interne della Campania, nel caso specifico l’Irpinia, non sa cosa farsene se non pensare di mortificare questi territori con tagli orizzontali agli ospedali, ai tribunali, alle attività produttive svendendo alle lobbies del petrolio i suoi tesori ambientali ed architettonici. Caldoro come al solito aggira l’ostacolo e questa volta rispetto al pozzo di estrazione petrolifera Gesualdo 1 lo fa alla grande asserendo che la decisione spetta ai tecnici mentre lui risulta essere un politico. Questa risposta indicizza ulteriormente la mancanza di interesse del Presidente della Regione Campania verso l’Irpinia, acuendo ancor di più la sistematica distruzione della storia e delle bellezze naturalistiche Irpine, la stessa irpinia mortificata da anni da anni di incuria e menefreghismo politico da parte dell’attuale maggioranza del governo campano.

Da parte nostra – continua Cogliano – l’impegno continua per preservare le giuste prerogative di sviluppo socio-economico della terra dei lupi che certamente non convergono verso le trivellazioni petrolifere. Lo sviluppo sostenibile irpino, suffragato dal PTR che assegna alla nostra provincia una netta vocazione agricola e naturalistica, si esplicita nella tutela dell’esistente con uno sguardo al rafforzamento delle peculiarità del territorio e non pensando di “lavarsene le mani” così come ha fatto Caldoro. Chi ritiene che il petrolio possa essere compatibile con le politiche di sviluppo operate a tutela dei prodotti agricoli autoctoni di eccellenza mette alla gogna anni ed anni di progettazione verso tale recupero oltre che i finanziamenti europei e regionali atti a preservare centri storici, bellezze artistiche ed architettoniche buttando in discarica( di cui purtroppo, grazie a discutibili scelte regionali, l’Irpinia ne è piena) sogni e velleità di riscatto economico portate avanti dai Comuni irpini a tutela del maggiore polmone verde della Campania.

Caldoro perde l’ennesima occasione per riallacciare un minimo di dialogo con l’Irpinia nel momento in cui, così come ha fatto al Convegno arianese si mantiene vago sulla tutela del territorio irpino e dei suoi 420.000 abitanti. La farsa andata in scena – prosegue Cogliano – ad Ariano Irpino è l’ultimo atto “ prima delle elezioni” di un raccapricciante percorso “a distruggere” che ha portato l’Irpinia ad essere il fanalino di coda dello sviluppo campano complice il Presidente Caldoro che risulta essere l’artefice principale di questa sciagurata strategia politica. Chi governa una Regione dovrebbe farlo con lo spirito di servizio e con l’abnegazione del buon padre di famiglia, Caldoro non è tale.

Noi che amiamo la nostra terra – conclude Cogliano – e desideriamo tutelare la salute ed il futuro dei nostri figli vogliamo un’Irpinia libera, un’Irpinia verde, un’ Irpinia perchè no “rossa” del suo vino pregiato, un Irpinia sovrana e “soggetto”, vogliamo un Irpinia senza trivellazioni petrolifere, vogliamo una regolamentazione del “vento” che porti i giusti frutti alle comunità che convivono con le pale eoliche, vogliamo fiumi limpidi ed acqua ( l’acqua dei nostri monti) pura, vogliamo meno strade e più aziende, oltre che la giusta legge a tutela dell’Appennino Meridionale per preservarlo dagli assalti frontali delle sette sorelle,vogliamo una politica di sviluppo basata sulla sostenibilità del territorio orientato verso le produzioni autoctone, insomma vogliamo “la luna” però siamo certi che nel 2014 ce la prenderemo. Uniti si può”.