Ecosistema Scuola – Il rapporto di Legambiente. Avellino 49esima

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94 Comuni, ben 5.301 gli edifici scolastici di competenza dei Comuni capoluogo di provincia monitorati nel XIV rapporto di Legambiente sull’edilizia scolastica che ci offre una fotografia di plessi scolastici precari ancor più degli insegnanti.

Dal rapporto di Legambiente è emerso infatti che il 62% dei plessi scolastici è stato  costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974, mentre solo il 4,8% è stato costruito tra il 2001 e il 2012.

Le scuole dello stivale sono vecchi e ancora carenti sul fronte delle certificazioni: circa il 61% risulta possedere il certificato di agibilità, attestante la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti in essi installati, solo il 35,9% il certificato di prevenzione incendi, mentre più dell’83% hanno impianti elettrici a norma.

Solo lo 0,6% degli edifici risultano essere costruiti secondo i criteri della bioedilizia, solo 12 i Comuni vi hanno investito, per l’8,8% con criteri antisismici.

“Poca efficienza ma anche scarsa sicurezza se consideriamo che la verifica di vulnerabilità sismica è stata realizzata solo sul 27,3% degli edifici. Il dato risulta ancora più preoccupante – si legge dal report – se si prendono in considerazione i soli Comuni che dichiarano di trovarsi in area a rischio sismico (zona 1 e 2), sono infatti solo il 21,1%, contro il 32,4% dello scorso anno, gli edifici in cui tale verifica è stata compiuta. Costante il dato sull’accessibilità, con l’82,3% degli immobili con i requisiti di legge, mentre crescono di due punti percentuali gli interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche (16,4%)”.

Intanto continuano a crescere, seppur lievemente gli edifici che necessitano di interventi di manutenzione urgenti con il 37,6% a rappresentanza di più di un terzo del totale. Calano gli interventi di manutenzione ordinaria.

Nella classifica generale delle città (i cui dati sono riferiti alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado) il risultato finale derivante dalla somma dei dati relativi alle informazioni generali sugli edifici, le certificazioni, la manutenzione, i servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche, l’avvio di pratiche ecocompatibili, l’esposizione a fonti di inquinamento ambientale interne ed esterne agli edifici scolastici e i monitoraggi ambientali vede per il terzo anno consecutivo Trento come miglior capoluogo. Seguono Prato, Piacenza e Pordenone. Chiude la classifica Messina al 86° posto.

49° posto in classifica generale per Avellino che si posiziona al 61° posto per le buone pratiche e al 72° posto nella graduatoria del rischio. Posizioni in crescita rispetto allo scorso anno anche grazie a dati più dettagliati.

In Campania la situazione non è delle migliori. Nonostante un aumento degli investimenti in materia di edilizia scolastica le scuole che necessitano di interventi sono una su due.

Se prendiamo in considerazione le 4 aree del nostro paese (nord, centro, sud, isole) – spiega Legambiente - possiamo osservare come nel nord la media degli investimenti per la manutenzione straordinaria risulti quasi tre volte quella del sud, nonostante vi sia una maggiore necessità di interventi nelle regioni del sud”.

Il servizio mensa in Campania lascia un po’ a desiderare in quanto dai dati è emerso che a fronte di un 100% di mense in cui vengono distribuiti pasti biologici, in nessuna vengono somministrati pasti interamente biologici, solo del 20% la media di prodotti biologici. Nel 70,6% delle mense vengono utilizzati piatti in plastica/carta, contro il 34% della media nazionale; solo l’1,9% dispone di cucine interne, 22,3% la media nazionale, il 15,5% somministra acqua del rubinetto, contro il 50,1% del dato medio nazionale. Ottimi i dati sulla differenziata che vede dati pari o vicini al 100% per tutti i materiali.

Sotto la media il parametro sulle fonti di energia rinnovabile che risultano presenti solo nel 3,5% degli edifici scolastici, contro un dato nazionale del 13,5%. Gli impianti solari fotovoltaici quelli maggiormente installati (94,1%), il solare termico è presente nel 5,9% degli edifici scolastici. Dove presenti gli impianti coprono mediamente l’80% dei consumi.

Buono, invece, il dato sul monitoraggio dell’amianto che risulta effettuato in tutti gli edifici scolastici, sotto la media il monitoraggio del radon (25%).  Tutti sotto la media, infine, i dati sull’esposizione degli edifici scolastici a fonti d’inquinamento ambientale, con l’eccezione dell’inquinamento acustico che costituisce un problema per l’80%. Da segnalare la mancanza di monitoraggi sugli elettrodotti e le antenne cellulari in prossimità di edifici scolastici.