Caposele – Si presenta il libro di Domenico De Santis: “La Sinistra che vota Grillo”.

La_sinistra_che_vota_GrilloSabato 21 dicembre, a partire dalle ore 17, a Caposele, presso l’Aula Polifunzionale, sarà presentato il libro di Domenico De Santis “La Sinistra che vota Grillo”.

Ne discuteranno, con l’autore, l’europarlamentare Andrea Cozzolino, il deputato Luigi Famiglietti, il consigliere regionale Gianfranco Valiante, i segretari del Pd di Avellino e Salerno Carmine De Blasio e Nicola Landolfi, il componente della segreteria nazionale dei Giovani Democratici Michele Grimaldi e il consigliere nazionale degli Studenti Universitari Antonio Santoro. Insieme a loro tanti esponenti, amministratori, iscritti e semplici simpatizzanti del Partito Democratico. Sarà anche l’occasione per porre al centro dell’attenzione il tema del ruolo delle giovani generazioni nel Partito Democratico.

Abbiamo voluto un parterre così ampio e ci auguriamo sia ulteriormente arricchito dalla presenza in sala e dal contributo anche di cittadini delle più diverse e articolate estrazioni politiche e culturali – in primo luogo da parte di chi alle ultime elezioni ha deciso di votare e sostenere il Movimento 5 Stelle – proprio perché attraverso il lavoro e lo sforzo di elaborazione intellettuale che Domenico De Santis – un giovane dirigente democratico pugliese poco più che trentenne – ha voluto condividere in questo libro, vogliamo tutti assieme affrontare un tema di cui nell’ultimo anno è stato davvero complicato anche solo parlare: la disaffezione di tanti cittadini verso i partiti tradizionali del centrosinistra, in primo luogo il Partito Democratico, e la conseguente adesione  e il voto al Movimento 5 Stelle da cui ne è scaturito il risultato enorme per il M5S e deludente per il Pd alle ultime elezioni politiche di febbraio.

Parlarne non vuol dire demonizzare le scelte di nessuno. Al contrario è un modo per capire i limiti e gli errori della nostra storia recente e fare, come è giusto, autocritica laddove va fatta, senza cedere alla tentazioni di polemiche strumentali o farsi trascinare nell’arena di polemiche sterili e di linguaggi aggressivi e demagogici che non appartengono alla storia, all’identità e alla strategia del Partito Democratico.

Ascoltare la base “grillina”, come ha fatto Domenico, è doveroso. Inseguirla significa farsi risucchiare non dalle loro domande ma dalle loro risposte. Però dalle une e dalle altre ormai non si può prescindere’, scrive il giornalista Peppino Caldarola nella prefazione all’instant book di De Santis. E noi ci sentiamo di condividere fino in fondo quest’analisi.

Con le domande e le risposte del grillismo bisogna confrontarsi, senza esserne però né succubi, né prevenuti. Evitare, quindi, l’errore commesso a suo tempo con il leghismo, quando si pensò che strizzare l’occhio alle sue battaglie e fare della “questione settentrionale” la priorità dell’agenda di governo anche del centrosinistra fosse la soluzione. Si è rivelato un grave errore.

Allo stesso modo, bisogna evitare quello che è avvenuto negli ultimi mesi quando si è voluto repentinamente passare al governo di larghe intese con Berlusconi dopo il finto e improbabile tentativo di collaborazionismo proprio col Movimento 5 Stelle espresso nelle prime ore a caldo dopo il voto e conclusosi con l’incontro-farsa visto in web streaming tra Bersani e la Lombardi.

Dobbiamo essere in grado di proporre un’altra strada.  “Ho voluto invece interrogarmi e interrogare le persone che hanno scelto la “non politica”, cercare di capire perché hanno scelto Grillo. Di certo nessuno ha la risposta in tasca e tantomeno ho la presunzione di trovarla io”, ammette candidamente Domenico De Santis nella sua introduzione.

E noi ci sentiamo di essere pienamente d’accordo e in sintonia con lui. Non abbiamo certezze e diffidiamo di chi viene a proporci verità assolute. Crediamo invece nel dialogo e nel confronto democratico da cui prendono vita le nostre proposte e le nostre scelte.

Con le primarie dell’8 dicembre abbiamo inaugurato un nuovo percorso che vedrà protagonista una nuova generazione di dirigenti espressione di tutte e tre le candidature in campo. Ci sembra questo il modo migliore per ripartire, essere in grado di misurarci con le sfide difficilissime del presente per dare al nostro Paese una speranza positiva nel futuro.