Patrimonio UNESCO, sabato 14 Dicembre si terrà il Workshop ad Amalfi

il_soprintendente_miccio_con_giovanni_villani_coordinatore_del_piano_di_gestione_costiera_amalfitanaGli strumenti di governo attuali del sito Costiera Amalfitana sono fondati prevalentemente sul divieto di alterazione dell’esistente. Questa politica di tutela ha il grande merito di aver preservato il territorio da alterazioni vistose, ma impedisce anche interventi di trasformazione necessari ad adeguare l’esistente alle mutate esigenze del sistema (ampliamenti degli edifici, strade di accesso ai fondi). Sono interventi che diventano perciò illegali, da realizzare quindi rapidamente, utilizzando di conseguenza tecnologie radicalmente diverse da quelle tradizionali (strutture in acciaio o cemento armato, tamponature in metallo e vetro ecc.) e ignorando le più elementari misure di sicurezza (regolamento sismico, stabilità dei terreni ecc.).
Ne risulta una pessima qualità delle trasformazioni, si afferma un linguaggio architettonico sciatto, che contagia anche gli interventi legittimi. E che giustifica quindi le politiche di tutela fortemente interdittive.
D’altra parte un “Paesaggio Culturale” (PC), quale è la Costiera Amalfitana, è l’esito di un processo continuo, millenario, di adattamento del territorio alle esigenze in evoluzione delle comunità che lo utilizzavano. Pretendere di tutelarlo arrestando il processo stesso è quindi un anacoluto, logico e metodologico. Ed è di dubbio successo il tentativo di “sensibilizzare” i proprietari delle terrazze a coltivarle in perdita per aumentare le presenze di turisti negli alberghi, o perché anche i pronipoti possano godere di questi panorami mozzafiato. Proporre la tutela del territorio come generatrice di vantaggi indiretti e differiti per conservare il risultato di interventi di trasformazione che avevano il solo fine di generare vantaggi diretti ed immediati è, quantomeno, contraddittorio.
Non si può ignorare, tuttavia, che la attuale domanda d’uso del territorio, prevalentemente turistica, è radicalmente diversa da quella che ha generato il paesaggio da tutelare, quasi esclusivamente diretta a sfruttare a fini agricoli un suolo impervio. I criteri di compatibilità, le tecnologie e le regole di intervento che hanno generato i PC erano patrimonio comune e diffuso della comunità, Ogni attore era consapevole non solo degli effetti della trasformazione che intraprendeva, ma anche di quelli cumulativi derivanti dall’insieme degli interventi. Oggi criteri e tecnologie sono appannagio di specialisti; le regole sono imposte, quindi subite;la diversa domanda d’uso del territorio ne minaccia la conservazione.
Riattivare il processo, virtuoso e condiviso, di trasformazioni compatibili è la vision che ha guidato la proposta di Piano di Gestione (PdG) del sito UNESCO “Costiera Amalfitana”, elaborata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno e Avellino (SoBAP), dalla Comunità Montana dei Monti Lattari (CMML) e dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello (CUEBC). Definire un insieme di assi di intervento e di azioni capaci di rendere le trasformazioni compatibili con il contesto direttamente e immediatamente vantaggiose per chi le attua è la mission del PdG.
Per realizzare tale mission, tuttavia, è apparso necessario ed opportuno analizzare preventivamente le questioni metodologiche sollevate dalla vision. Il volume “IL FUTURO DEI TERRITORI ANTICHI – Problemi di tutela, sviluppo e governance dei Paesaggi Culturali evolutivi viventi” affronta tali questioni, che da una parte hanno carattere generale, dall’altra si rivelano critiche per l’ulteriore evoluzione compatibile di un sistema territoriale di pregio, qual è un PC. Discuterne con i rappresentanti delle istituzioni coinvolte nella formazione dei PdG dei siti UNESCO, con i responsabili degli altri PC UNESCO italiani e con gli attori locali – amministratori, associazioni, cittadini – è il tema del workshop dallo stesso titolo. Il workshop costituisce anche l’avvio del ciclo di consultazioni cui verrà sottoposto il PdG.
In occasione del workshop verranno consegnati gli attestati di partecipazione al Corso per Operatori di Turismo Emozionale, realizzato nell’ambito del progetto “TURANT –VERSO UN “NUOVO” TURISMO, QUELLO ANTICO”, una delle azioni proposte nel PdG, attuata grazie ad un finanziamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e finalizzata a promuovere un turismo m