Ripristino della legge 833 / 78, la lettera di Floriana Mastandrea alle istituzioni

downloadAriano Irpino – Ho trascorso l’infanzia e l’adolescenza in Irpinia, ad Ariano, negli anni novanta sono emigrata a Roma per lavoro. A metà 2010 sono stata costretta a tornare ad Ariano a causa delle precarie condizioni di salute di mio zio che (insieme alla moglie) mi ha cresciuta come una figlia. Il 27 dicembre del 2011 ho dovuto ricoverarlo presso l’ospedale di Ariano per problemi di tipo urologico. Ho cominciato così a sperimentare la malasanità della Campania e dell’Irpinia in particolare. Mio zio si era recato in ospedale sulle proprie gambe, seppur con l’ausilio delle stampelle, ma al momento delle dimissioni, il 7 gennaio 2012, non era più in grado di camminare nemmeno con le stampelle. Da allora la sua vita si svolge dal letto alla sedia a rotelle, sulla quale ogni mattina viene adagiato tramite un sollevatore. Ha le gambe piagate e spesso compaiono sulla schiena e sulle natiche le piaghe da decubito, nonostante il materasso e il letto ortopedico fornitigli dall’ ASL. Fino a una quindicina di giorni fa si recava da lui un’infermiera dell’assistenza domiciliare che gli medicava le piaghe e ogni due settimane gli sostituiva il catetere, mentre un fisioterapista cercava di evitare che sprofondasse nella completa immobilità. Questi servizi da Novembre non vengono più erogati dall’ ASL di Avellino: gli anziani, gli ammalati invalidi al 100% come mio zio, sono stati privati dell’assistenza. Dopo una dura vita da contadino che gli ha debilitato il fisico, all’età di 84 anni, mio zio si deve curare a pagamento con la sua pensione al minimo. È dal 1978 che con la Legge 833, l’Italia si è dotata di un Servizio Sanitario Nazionale che dovrebbe fornire a tutti, senza discriminazioni, cure e assistenza. Purtroppo, egr. Presidente, con Lei alla guida della Regione, questa legge in Irpinia viene disattesa. Se l’assistenza domiciliare è stata revocata, credo non sia giusto accusare soltanto il direttore generale dell’ ASL. Il “ soldato ” Sergio Florio è soltanto un obbediente e per questo, probabilmente, riceverà un premio per il raggiungimento degli obiettivi fissatigli dalla Regione.

Il responsabile politico del disastro sanitario in Irpinia, è lei, “ generale ” Stefano Caldoro, che sa o dovrebbe sapere, che aumentare le prestazioni di assistenza domiciliare, come fanno le regioni più virtuose, significa diminuire i ricoveri ospedalieri e la spesa sanitaria, ma in Irpinia, si fa esattamente il contrario: non solo non aumentate le prestazioni domiciliari, ma addirittura le eliminate, col conseguente aumento della spesa ospedaliera e per la gioia delle cliniche private convenzionate. Per i quattro soldi che ricevono gli operatori dell’assistenza domiciliare, costerebbe poco aumentare le loro prestazioni sul territorio, invece la sua amministrazione fa in modo che vadano ad aumentare l’esercito dei disoccupati. Lei non può dichiarare “ di condividere le preoccupazioni dei primi cittadini irpini sui tagli operati dall’ ASL al servizio dell’assistenza domiciliare integrata, assicurando un proprio intervento col direttore generale Florio per il ripristino delle giuste risorse che tutelino la salute dei cittadini ”. No, caro “ generale ” Caldoro, non può scaricare sul “ soldato ” Florio, che lei stesso ha nominato. In Irpinia non sono più assicurati i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che lei dovrebbe invece garantire e che le chiedo pertanto di ripristinare. Viste le sue inadempienze, chiedo altresì al ministro della salute, on. Beatrice Lorenzin, che legge per conoscenza, di intervenire come suo dovere, perché anche la Regione Campania applichi in toto la legge 833/78.