Soppressione A.D.I. – Il Cus chiede l’intervento del prefetto: “Florio così sbeffeggia l’Irpinia”

NIGUARDA PRESENTAZIONE ATTIVITA_ PRELIEVO E TRAPIANTOD_ ORGANO EAvellino – La sospensione dei servizi sanitari da parte dell’Asl di Avellino si sta trasformando da dramma in farsa ai danni degli utenti.

E’ ormai notizia conosciuta che oltre 1.200 pazienti in Irpinia (130 nella sola città capoluogo), che usufruivano dell’assistenza domiciliare, si sono visti improvvisamente negare un supporto necessario per la gestione delle patologie dalle quali sono affetti. Ma altrettanto drammatica è la situazione che da mesi si registra con la chiusura di diversi centri terapeutici, che hanno lasciato gli utenti senza alcun riferimento. Senza contare le centinaia di cittadini che quotidianamente possono constatare come in Irpinia, e probabilmente non solo qui, il diritto alla salute sia diventato un affare privato, giocato sulla loro pelle. Se non si hanno, ad esempio, i soldi per pagarsi di tasca propria  le analisi cliniche, non resta che affidarsi al fato e sperare.

“Prendiamo atto con soddisfazione – si legge dalla nota diffusa dal comitato utenti sanità – delle tante risposte che sono giunte dopo il nostro grido d’allarme da parte di associazioni, sindacati, sindaci ed amministratori locali e dagli organi di informazione. E prendiamo atto anche dei silenzi. Non è stato facile rompere la cappa che spesso circonda alcune istituzioni “intoccabili”, ma ci siamo riusciti. Il problema, però, resta tutto ancora sul tappeto. Anche la ferma presa di posizione del consiglio comunale di Avellino e del sindaco Paolo Foti o l’ordine del giorno votato dal consiglio di Sant’Angelo dei Lombardi, che chiamano in causa le responsabilità dei vertici dell’Asl e la necessità di una programmazione dei servizi sanitari in Irpinia, rischiano di restare lettera morta”.

“Il presidente della giunta regionale, Stefano Caldoro, – continua – si è limitato ad una semplice registrazione delle sollecitazioni giunte dai rappresentanti degli enti locali, invitandoli al dialogo con il direttore generale dell’Asl, Sergio Florio. Il diretto interessato, però, sostiene, offendendo ancor più le intelligenze e la dignità dei cittadini, che i fondi per l’assistenza ci sono. Per quale ragione, dunque, sono stati bloccati i servizi? Stiamo davvero assistendo ad una tragica farsa. Florio non può pensare di sbeffeggiare così l’Irpinia. Dopo aver restituito i soldi della nostra comunità (ben 30 milioni di euro) per alimentare chissà quali altri sprechi a Palazzo Santa Lucia o in qualche Asl napoletana, azzera completamente la sanità nella provincia di Avellino. Mentre lui cerca di apparire, agli occhi di chi lo ha nominato, un “manager” capace di risparmiare ad ogni costo, persino calpestando i diritti dei cittadini, senza alcun dissenso, qui adesso restano solo macerie. Alla fine, ciò che è peggio è che ci si vuol persino convincere che non sia andata così. Forse i pazienti abbandonati al proprio destino sono un’invenzione? In Irpinia si è consumato un atto vile di sciacallaggio a danno di migliaia di ammalati, che non può restare senza conseguenze”.

“Per tutte queste ragioni – conclude il cus – chiediamo l’intervento urgente del prefetto di Avellino, Umberto Guidato, affinché siano rispristinati i servizi soppressi e venga reso agibile il diritto costituzionale alla salute. Riteniamo, inoltre, che in questi giorni si siano consumati reati penali a danno dei cittadini e degli ammalati, configurandosi chiaramente una omissione di pubblico servizio, che non possono restare impuniti. Non è, poi, forse una indebita interferenza quella messa in atto con i medici di famiglia, da parte dell’Asl, per ottenere la revoca delle prescrizioni dell’assistenza domiciliare ai propri pazienti? L’ordine dei medici di Avellino considera normali tali pratiche? Per tutte queste ragioni chiediamo le dimissioni del direttore generale dell’Asl, Sergio Florio, che si è dimostrato incapace a svolgere il proprio ruolo, oltre che insensibile rispetto alle sofferenze degli utenti. Di lui ci resteranno a lungo i danni procurati, che sarebbe giusto che pagasse di tasca propria”.