Emergenza sanitaria in Irpinia, Gallicchio (PD): “basta silenzio, che Foti e gli altri sindaci facciano chiarezza”

Gallicchio-PasqualeBisaccia - «Chiedo alla Conferenza dei Sindaci ed in particolare al sindaco di Avellino Paolo Foti, ai rappresentanti istituzionali e politici di tutte le forze politiche di trovare il modo per fare chiarezza su quanto sta accadendo in sanità nella provincia di Avellino. La protesta sollevata nei giorni scorsi dal Comitato Utenti Assistenza socio-sanitaria della provincia di Avellino e da tutti i sindacati, con una nota molto dura della Cgil, non può finire nel dimenticatoio. Ad essere investita è la tenuta del sistema dei diritti sanitari oltre alla qualità dei servizi».

Pasquale Gallicchio segretario del Partito democratico di Bisaccia e consigliere comunale torna a sollecitare una presa di posizione chiara nei confronti di quanto sta accadendo.

«Non capisco più i silenzi che si registrano in alcuni ambienti istituzionali e politici. Siamo di fronte all’ennesima emergenza in Irpinia e che questa volta riguarda le cooperative sociali che si occupano di ADI (Assistenza Domiciliare Integrata). Mi chiedo che cosa stia accadendo e a che cosa sia dovuta questa indifferenza. Mi sono bastate soltanto poche notizie per comprendere che siamo alle prese con una decisione che metterà, se confermate, spalle al muro circa duecento operatori tra fisioterapisti e infermieri che prestano le cure direttamente presso le abitazioni delle persone affette da patologie non certo lievi. Pare che gli stessi malati e le cooperative che gestiscono l’ADI abbiamo ricevuto diverse comunicazioni di dismissioni del servizio. Inoltre, spero di essere smentito, ma raccolgo notizie che mi dicono essere già in atto circa un centinaio di cessazione dei servizi per malati oncologici non in fase terminale e per coloro che hanno ulcere da decubito non di primo livello. Mi chiedo queste persone dove andranno per una medicazione, per una terapia.

Non è che dovranno fare riferimento alle strutture ospedaliere? Immaginate queste persone che prima venivano assistite a casa, da domani dovranno spostarsi per raggiungere le strutture ospedaliere. Qualcuno conosce in che condizioni è ridotto il trasporto pubblico nei piccoli comuni. La soluzione sarà una sanità privata? E chi non potrà permettersela, smetterà di curarsi? Intanto, però, ci permettiamo di ridare indietro alla Regione Campania da due bilanci a questa parte dell’Azienda Sanitaria Locale avanzi di amministrazione che fino a questo momento ammontano a 52 milioni di euro, e credo anche quest’anno presenterà un corposo gruzzoletto che a Napoli potranno farne utilizzo le Aziende Sanitarie che hanno i conti in rosso. Spero che il mio appello non resti inascoltato. Impediamo alla rassegnazione, che si è impadronita delle nostre comunità e non solo, di prendere il sopravvento».