PD Avellino, per le primarie sistema per ufficializzare i risultati

stendardo pdAvellino - C’è chi, e sono più di quanto si pensi, guarda ai congressi di partito come ad un campionato di calcio, curioso non solo di sapere chi abbia vinto e chi abbia perso, ma anche chi abbia segnato i gol.

 

Per soddisfare la curiosità di costoro avevamo chiesto che il voto per questa inutile convenzione provinciale del PD consentisse che ogni sottogruppo renziano o cuperliano di presentarsi con proprie liste: insomma non solo con lo stesso colore di maglietta, ma anche con il numero sulle spalle.

 

Se ci avessero ascoltato, oggi avremmo una classifica dei marcatori chiaramente indicante chi sia il bomber renziano, De Luca o Famiglietti, ed avremmo le prove di quale capacità di gol abbia messo in campo la poderosa corazzata allestita da Adiglietti, Nando Romano, Ivo Capone, Lo Mazzo, Tuccia e D’Amelio, senza costringere il buon Gerardo, con un foglietto in mano, nei corridoi del centro sociale a mostrare le cifre di una del tutto ufficiosa e contestabile classifica.

 

Poiché a noi piace che gli altri siano felici, soprattutto quanto costa davvero poco, ci siamo inventati il sistema per ufficializzare i risultati, attraverso una dichiarazione di voto scritta dei delegati che così segnalavano il loro sostegno a Pino Nista, non nascondendosi nel gruppone che aveva candidato Mimma Lo Mazzo.

 

Se si fosse votato in modo separato a Pino Nista, il nostro candidato, sarebbero andati appena 64 su 104 (41 i sostenitori di Todisco, 15 quelli di Ricciardi e 9 quelli di Livio Petitto) ed alla Lo Mazzo 40 (29 del gruppone rosettiano e 11 dei lettiani). Insomma abbiamo consentito ad Adiglietti di dimostrare che il suo gruppo ha la assoluta primazia: con i suoi 29 delegati sui 300 totali della Convenzione ha colto infatti lo straordinario risultato di rappresentare quasi il 10% dell’intero partito.

 

Non sappiamo a cosa gli serva. Adiglietti ed i suoi in questo partito contano per le idee che esprimono, non per il numero di tessere che acquistano, come hanno dimostrato mettendo in campo, ad avvio di congresso, l’unica vera iniziativa che avrebbe potuto salvare il PD (peccato che non sia risultata vincente): convincere D’Alema a votare Renzi.