Casa di Cura “Santa Rita”, presentata la Divisione di Gastroenterologia e Endoscopia
Atripalda - E’ nuovamente tempo di innovazione per la Casa di Cura Santa Rita S.p.A. di Atripalda che prosegue sulla traiettoria della medicina di eccellenza con due nuove iniziative che hanno immediatamente suscitato l’interesse del mondo medico e, soprattutto, dei pazienti.
Protagonista di questa nuova fase, fortemente voluta dal Presidente della Santa Rita prof. Walter Taccone, è la Divisione di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva guidata dal prof. Gaetano Iaquinto, già Direttore della Gastroenterologia dell’A.O. Moscati per molti anni, da qualche mese in forze presso il nosocomio atripaldese.
Tale acquisizione va ad aggiungersi a quella del chirurgo prof. Francesco Caracciolo – ora Responsabile Organizzativo del Dipartimento di Chirurgia della Santa Rita – precedente solo di qualche mese. Si prospettano, perciò, nuovi ed interessanti scenari, sinergie medico-chirurgiche in grado di offrire prestazioni nuove incrementando l’offerta di salute della Santa Rita.
E’ questo, ad esempio, il caso della Videocapsula Endoscopica, un esame mininvasivo che permette l’esplorazione del tratto gastrointestinale del paziente attraverso l’ingestione (con l’aiuto di un sorso d’acqua) di una capsula grande quanto un comune antibiotico. Dentro la capsula c’è un sensore di immagini a colori e un sistema di illuminazione che consente la registrazione video dell’intestino del paziente. Grazie a questa tecnologia è possibile esplorare uno dei tratti più oscuri dell’apparato gastrointestinale: l’intestino tenue. Quest’ultimo, infatti, non è raggiungibile né dall’alto con la gastroscopia, né dal basso con la colonscopia; per esaminarlo è necessario usare l’Enteroscopio, un endoscopio lungo con il quale si devono effettuare manovre complesse che richiedono l’anestesia generale. Il tenue si può esplorare con vari esami radiologici che, tuttavia, per quanto sofisticati non consentono la visione diretta della mucosa ma ricorrono ad immagini ricostruite.
La capsula endoscopica può catturare fotogrammi per circa otto ore; le immagini vengono trasmesse ad un registratore digitale attraverso dei sensori applicati sull’addome del paziente.
Senza scomodare lo scrittore di fantascienza Isaac Asimov – che in “Viaggio Allucinante” del 1966 descriveva un viaggio nel corpo umano da parte di un team di scienziati a bordo di una sorta di sommergibile miniaturizzato – si può confermare che l’esperienza già fatta in Clinica da qualche paziente con la Videocapsula Endoscopica ha dato risultati davvero interessanti.
Sono, infine, molto pochi i centri e i professionisti che, in Italia, effettuano questo tipo di indagine, la Videocapsula Endoscopica – come già in precedenza la Risonanza Magnetica Aperta, la più avanzata nel suo genere – attireranno sicuramente anche pazienti da fuori provincia e da fuori regione, confermando il ruolo della Casa di Cura Santa Rita come struttura di eccellenza riconosciuta a livello nazionale.