Avellino – “Le dolomiti di Napoli”. Presentato il nuovo libro di Antonio Bassolino

bassolino libroAvellino – Un libro al confine. Al confine tra il vecchio e il nuovo; dall’essere dentro ad un partito ma con lo sguardo sempre fuori a quello che succede intorno dando un senso al cammino compiuto dagli albori della militanza nel PC, nei lontani anni ’70, ai giorni nostri.

Un libro con un doppio registro quello autobiografico ma che allo stesso tempo è attraversato totalmente dalla politica. Un libro che porta inevitabilmente a riflettere. Questo è “Le dolomiti di Napoli. Racconti di politica e di vita” l’ultima fatica letteraria di Antonio Bassolino presentata questo pomeriggio presso l’Auditorio della Chiesetta dell’Annunziata della Camera di Commercio in Piazza Duomo.

“Ciò che viene fuori dal libro di Bassolino – spiega Generoso Picone, introducendo il dibattito – è il rapporto viscerale che ha con Napoli sia come sindaco che come presidente della Regione Campania. Lui ha amato Napoli, c’ha provato e ne è uscito a testa alta”.

Tengo molto a questo libro con il quale lancio uno sguardo oltre la politica – racconta Antonio Bassolino – La politica è ovunque, anche quando non parlo prettamente di politica. Questo libro non voleva essere una puntigliosa ricostruzione di fatti politici cercando di giustificarli – chiarisce – Ho messo insieme vita personale e politica e ho cercato di far capire come si cambia e come è possibile farlo”.

Un libro che è possibile dividerlo in tre parti, tre fasi importanti per la vita politica e personale di Bassolino. La prima, quella degli anni ’70, dove Antonio era un uomo totalmente politico e lo fu fino al 1993 quando iniziò la sua seconda fase quella da sindaco dove capì che la visione ideologica del mondo che dai grandi temi internazionali si sviscerava fino ai temi più locali era completamente rovesciata: si parte dai cittadini e da li si risale. In quegli anni le difficoltà non mancarono, da sindaco divenne presidente della Regione Campania fino a quando tutto si scagliò contro di lui. Ed è qui che ha inizio la terza fase dove gli approdi sono difficili da vedersi ma che sicuramente hanno comportato un cambiamento.

“Un cambiamento che si porta avanti tante contraddizioni – illustra Bassolino – come quella del ’98 quando non dissi di no a D’Alema sulla possibilità di andare a Roma quando sapevo che avevo tutto da perdere e nulla da guadagnare o quella del 2005 quando non avevo nessuna intenzione di entrare in Regione ma dopo aver parlato con Prodi a Bruxelles dovetti accettare. Contraddizioni di uno spirito innovatore ma che teneva un cordone ombelicale con il suo mondo. Gli ultimi anni che ho vissuto  – continua riferendosi alla vicenda giudiziaria che stesso Bassolino rinomina un “cortocircuito” – sono stati anni di sofferenza e di dolore. È stato impressionante vedere una trasmigrazione di persone che cambiarono idea fino a mettere in discussione la loro dignità e ciò mi portò a rispettare cento volte di più le persone che avanzarono critiche serie verso di me rispetto a coloro che hanno avuto comportamenti di incredibile opportunismo. Mentre scrivevo di questi avvenimenti sentivo che stavo cambiando come il sangue di S.Gennaro che ogni volta che si scioglie è simbolo di rinascita. Io lo sapevo che tutti potevano stare tranquilli che non avrei mai fatto nulla di illegale”.

A commentare il libro di Bassolino anche l’On.Valentina Paris, il Prof. Biagio De Giovanni e il sindaco di Avellino, Paolo Foti.

“Il libro di Bassolino – evidenzia la Paris – ricostruisce il filo con il passato dandoci lo spunto per ricostruire le origini e far si che i valori della sinistra moderna possano guardare al futuro con gli occhi di un bambino”.

Un libro inatteso – commenta il prof. De Giovanni – che viene dopo una vicenda politica tesa e drammatica. Con questo libro Bassolino ci si espone molto. Un libro che sembra parlare d’altro ma che in realtà mette a nudo la sua persona dopo la vicenda politica”.

Un libro che mi ha incuriosito fin dal titolo che non è nient’altro che la metafora di Napoli che per amministrarla è come fare una scalata – interviene il primo cittadino Foti – L’ascesa è difficile ma quanta soddisfazione c’è quando si arriva alla cima e si capisce di aver superato la prova. Mi sono molto identificato nel racconto di Bassolino, specialmente quando parla degli anni da sindaco quando fece diventare Napoli una città pulita impressionando tutti. Napoli aveva ritrovato la propria identità e questo è quello che mi sono proposto di fare  decidendo di restituire il decoro urbano a questa città per ridarle nuovamente un’identità”.