Ristrutturare la casa in Campania vale 1,8 mld

la-casaRistrutturare e recuperare le case esistenti in Campania significa attivare investimenti per oltre 1,859 miliardi di euro, poco più di un terzo del valore aggiunto del settore regionale delle costruzioni, pari a 4,533 miliardi di euro.

Lo sostiene l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori) di Salerno il cui presidente, Antonio Lombardi, spiega che “la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente è prioritaria per provare a fare ripartire la filiera delle costruzioni”.

Lombardi, inoltre, chiede con forza “un piano straordinario di rilancio delle infrastrutture” e la modifica “strutturale delle regole del Patto di stabilità interno per evitare il paradosso che anche gli Enti Locali che hanno disponibilità di cassa non possono immettere liquidità sui territori”.

Secondo le analisi del Centro Studi dell’Ance di Salerno, il mercato delle ristrutturazioni edilizie, che in Italia corrisponde a un terzo del PIL del mercato delle costruzioni (37,3%), solo in provincia di Salerno vale 580 milioni di euro (1,4 miliardi di euro il Pil del settore). L’investimento attivabile attraverso interventi di recupero abitativo è di 522 milioni di euro, al quale è da aggiungere un incremento medio potenziale del 10% stimolato dalle agevolazioni fiscali.

A partire dal 2008, in Italia il comparto abitativo è stato caratterizzato da una significativa contrazione dell’attività produttiva che proseguirà – secondo le stime Ance – anche per il 2013 con uno scenario negativo e una flessione degli investimenti in nuove abitazioni del 14,3% in termini reali rispetto al 2012.

In sei anni (2008-2013) il livello degli investimenti in nuove abitazioni si è ridotto del 51,6% in termini reali. Gli investimenti in interventi di recupero abitativo, sostenuti dal potenziamento degli incentivi fiscali – sottolinea l’Ance – costituiscono l’unico comparto che continua a crescere (+3,2% nel 2013 su base annua). Per questo comparto, in sei anni l’aumento complessivo è stato del 17,2%, grazie anche all’effetto di stimolo degli incentivi fiscali.

La riduzione delle compravendite di abitazioni rilevata nei primi sei mesi di quest’anno conferma il proseguimento del trend negativo dei comuni non capoluoghi (dove si concentra circa il 70% degli scambi), nei quali si rileva un’ulteriore diminuzione del 13,1% del numero di transazioni effettuate (-51,1% dal 2007 al 2012). Anche i comuni capoluoghi registra – sottolinea l’Ance – una riduzione dell’8,4% (-43,5% dal 2007 al 2012). La restrizione creditizia a medio lungo termine, infine, ha rappresentato in questi anni uno dei principali fattori di ostacolo all’acquisto di abitazioni: secondo i dati della Banca d’Italia, dal 2007 al 2012 c’è stata una riduzione dei finanziamenti per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie del 60,6%. Nei primi sei mesi del 2013, la situazione è ancora peggiorata: -18,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.