Incontro Piano di zona – Cgil, Cisl, Uil e Ugl: “La condivisione non è prerogativa di questo territorio”

sindacatiAvellino – Dalle ultime notizie di stampa in merito la nuova costituzione dell’Ambito A04 le scriventi prendono atto che la lo scontro politico è ancora forte e che la condivisione non è prerogativa di questo territorio.

CGIL, CISL, UIL, UGL, hanno forti preoccupazioni per la tenuta dei servizi sociali del territorio Ambito A4.

La nuova forma gestionale frutto di una decisione che una parte dei Comuni dell’Ambito A4 così come ridisegnato dalla Delibera 320, seppur legittima, è poco attenta alla necessità di continuare ad erogare i servizi sociali in un sistema organizzato come finora portato avanti dall’ex Consorzio.

Se dovesse passare questa cieca ed irresponsabile visione si determinerebbe la nefasta condizione della:

  1. Mancata garanzia della qualità dei servizi sociali su questo territorio;
  2. Mancata garanzia del  futuro e dei diritti degli attuali 22 operatori indispensabili e che operano da decenni con riconosciuta competenza ed abnegazione;

Inoltre l’eventuale esternalizzazione dei servizi sociali che sarà la conseguenza di una Convenzione in sostituzione di una struttura gestionale organizzata produrrà un  arretramento dei livelli di garanzia e di produzione dei servizi che erano stati  faticosamente raggiunti nell’arco di questi ultimi 13 anni.   

Il buon senso degli amministratori e della politica dovrebbe consigliare posizioni assunte nell’ottica di una garanzia del BENE COMUNE in un momento di difficile situazione economica dove i servizi sociali fungono anche come ammortizzatori  sociali.

Facciamo un ennesimo appello alla civiltà di questo territorio e al tempo stesso chiediamo di NON ARRETRARE I SERVIZI SOCIALI che in questi Comuni negli ultimi anni hanno visto efficacia ed efficienza nelle prestazioni a favore soprattutto di quella cittadinanza già di per se anello debole della società.

Queste OO.SS, ribadiscono con forza che si debba continuare a mantenere un’ alta prestazione dei servizi sociali e socio assistenziali sul territorio, e garantire i livelli occupazionali dei 22 operatori che da anni hanno consentito di raggiungere nel  campo del sociale risultati di eccellenza, e che sicuramente  non  sono interessati a logiche di spartizione di potere.