Sanità in Campania – De Mita presenta interpellanza urgente alla Camera

Giuseppe-De-MitaRoma – L’onorevole Giuseppe De Mita, deputato dell’Udc iscritto al gruppo “Scelta Civica per l’Italia”, ha presentato questa mattina all’aula della Camera un’interpellanza urgente al Ministro della Salute, al Ministro dell’Economia e al Ministro per gli Affari Regionali relativa alle questioni della sanità campana, con particolare riferimento alle aree interne e al blocco del turn over. Il caso concreto affrontato è stato quello dell’azienda ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino.

L’interpellanza in esame – ha dichiarato l’onorevole De Mita in avvio del suo intervento – sollecita l’attenzione su una questione particolare, però, lo dico subito, vuole evitare di essere una sollecitazione di tipo particolaristico perché, in realtà, partendo da un caso concreto, vuole provare a provocare una riflessione di profilo generale sulle modalità con le quali si sta intervenendo nella sanità, soprattutto per quanto riguarda la spesa e l’eccesso di spesa. Infatti, i provvedimenti adottati, a mia opinione – ma la mia opinione è la conseguenza di un riscontro oggettivo dei fatti – segnatamente il decreto-legge n. 125 del 2010, stanno mettendo in evidenza una quantità di limiti che esigono dei correttivi, ma dei correttivi non ispirati da demagogia o da rivendicazioni di tipo particolare. Mai come questa volta, però, il caso concreto può aiutarci a recuperare principi di ordine generale per intervenire nel miglior modo possibile”

“Il tema vero – ha continuato De Mita – è quello dell’intervento di riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica. E la sanità, per certi versi, è la pietra angolare di questo tema non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche perché essa fa riferimento all’esigenza di ricercare il bilanciamento possibile tra spesa pubblica e tutela dei diritti di cittadinanza. Dobbiamo andare alla ricerca di un punto di equilibrio tra la riduzione della quantità della spesa ed il mantenimento di una qualità della tutela. Invece, finora si è interiorizzato l’eccesso di spesa senza leggerne le ragioni storiche che l’hanno determinato e si è immaginato che la riduzione della spesa fosse di per sé la soluzione”.

“La questione – ha dichiarato ancora l’onorevole De Mita – è razionalizzare la spesa. Certo, la razionalizzazione può anche implicare la riduzione della spesa, ma non è detto che la riduzione della spesa rappresenti di per sé una razionalizzazione della spesa. Nelle regioni commissariate c’è il blocco del turn over. Nel caso specifico, in Campania, soprattutto nelle aree interne, che hanno una loro specificità, si ricorre all’auto-convenzionamento o a prestazioni atipiche che non vengono contabilizzate nella voce «costo del personale» ma sotto la voce «acquisto di beni e servizi». Questo sta portando alla circostanza che in realtà non c’è una riduzione della spesa ma c’è una riduzione della qualità delle prestazioni. Questo vale in generale, ma vale soprattutto per le aree interne. L’interpellanza è rivolta alla sanità, all’economia e agli affari regionali, perché i tre attori che hanno la possibilità di intervenire. Lo dico rivolgendomi al Ministro degli affari regionali: se si sta dedicando giustamente, anche nella legge di stabilità, questa attenzione alle aree interne e alle modalità di organizzazione dei servizi, bisognerebbe indirizzare tutte le misure nella stessa direzione”.

“Allora – ha così concluso l’onorevole De Mita - la questione che pongo è questa: non lo sblocco del turn over sic et simpliciter, ma la verifica nel caso concreto se il mantenimento del blocco, vissuto in termini sanzionatori astratti, così come avviene oggi, non produca effetti contraddittori e se in alcune circostanze non sia preferibile ricorrere alla contrattualizzazione a tempo determinato di giovani medici, perché questo determinerebbe una riduzione effettiva della spesa e un miglioramento della qualità delle prestazioni. Non basta dire che bisogna ridurre la spesa, perché se la riduzione non porta ad una razionalizzazione e ad un miglioramento della qualità dei servizi, stiamo dicendo che non siamo più in grado di garantire i diritti sociali e questa sarebbe la vera sconfitta”.

All’interpellanza ha risposto in aula il Sottosegretario alla Salute, Paolo Fadda.

“L’interpellanza – ha dichiarato il Sottosegretario – descrive un contesto che risponde alla realità dell’intero sistema sanitario regionale campano, anche alla luce di quanto riferito dalla struttura commissariale. Questo ha indotto le direzioni sanitarie e delle aziende ospedaliere a ricorrere a soluzioni alternative, come quelle dei convenzionamenti interni con costi abnormi, come ad esempio accade all’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, per garantire i livelli minimi di assistenza, anche se nella misura minima”.

Il Sottosegretario Fadda ha, poi, ripercorso l’iter che ha portato ad uno sblocco minimo e parziale del turn over sul territorio regionale, come accaduto anche per l’azienda ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino.

“Queste misure – ha continuato il Sottosegretario Fadda – non consentiranno di risolvere a pieno il problema. L’onorevole De Mita, come riconosciuto dalla struttura commissariale, ha descritto un quadro regionale molto preoccupante e che deve indurre il Governo ed il Parlamento ad una riflessione. Non è giustificabile che un sistema regionale debba ricorrere a misure non in linea con la normativa vigente per reperire le professionalità necessarie. Ecco perché ritengo che bisogna procedere ad una ricognizione estesa per una ulteriore verifica. Mi faccio, pertanto, carico di verificare la percorribilità di nuove iniziative, anche di natura normativa, per semplificare le vigenti procedure in materia di disapplicazione di blocco del turn over”.

Poi la replica dell’onorevole Giuseppe De Mita.

Devo dichiarare che sono parzialmente soddisfatto – ha così controreplicato l’onorevole De Mita – Perché la soddisfazione origina dalla circostanza che il problema è stato assunto nella sua consapevolezza. Le ultime parole del Sottosegretario Fadda sono la parte più impegnativa per il Governo e per il Parlamento. Intanto, va detto che la questione sullo sblocco parziale del turn over resta nella logica della rigidità, non è la soluzione perché si tratta sempre di una misura vissuto come una contravvenzione che viene solo parzialmente emendata. L’altra avvertenza che sento di fare è quella di non colpevolizzare chi a valle cerca di trovare misure adeguate per intervenire. Perché i direttori fanno quello che possono. Nei margini di legittimità consentiti, devono prendere qualche iniziativa per garantire i livelli minimi di assistenza. Mi auguro che si prosegua lungo il percorso tracciato dal Sottosegretario. E’ importante, però, che il Governo dia un indirizzo. E’ importante, ancora, che il Ministero dell’Economia svesta i panni dell’ottuso ragioniere e, dialogando con il Ministero della Salute ed il Ministero degli Affari Regionali, individui caso per caso le modalità di uscita da questo collo di bottiglia nel quale ci siamo infilati in materia di spesa pubblica”.