Isochimica, l’Arpac a Nappi: “nuovi rilievi già dalla prossima settimana”

isochimicaDurante il mese di ottobre l’Arpac eseguirà un nuovo monitoraggio delle fibre aerodisperse in aree interne e circostanti il sito Isochimica. E’ quanto emerge dalla comunicazione che l’Agenzia regionale di protezione ambientale della Campania ha invitato stamani al Consigliere regionale Sergio Nappi. Alcune settimane fa, l’esponente del Gruppo federato Caldoro aveva presentato alcune osservazioni al Piano di Bonifica chiedendo all’Agenzia di procedere a nuovi rilievi per verificare l’esistenza di amianto nell’aria circostante lo stabilimento.

“Si tratta di un risultato importante – afferma Nappi – che va nella direzione della tutela dei cittadini di Avellino che abitano nei pressi dell’area e che, stando a quanto rilevato dai consulenti della Procura, potrebbero essere esposti a gravi rischi. Ho riscontrato – prosegue Nappi – la piena disponibilità del Direttore provinciale dell’Arpac, De Sio, che mi ha confermato a voce quanto scritto dai suoi tecnici: già dalla prossima settimana potrebbero partire i nuovi rilievi.”

Nella nota indirizzata al Capogruppo del Mir, inoltre, l’Arpac ha evidenziato e ha spiegato la metodologia che ha portato alla stesura della graduatoria dei diversi siti da bonificare e che vede l’area dell’ex Isochimica al 14° posto in ordine di priorità.

‘Il piano regionale di Bonifica – si legge nella relazione consegnata a Nappi – individua i siti da bonificare presenti sul territorio regionale ed indica la metodologia sulla base di una valutazione comparata del rischio, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Nel Piano regionale è stato utilizzato il modello A.R.G.I.A (Analisi del rischio per la gerarchizzazione dei siti inquinati presenti nell’Anagrafe).’

“Nonostante la chiarezza e la puntualità dell’Arpac – afferma il consigliere regionale – sono dell’avviso che occorra una valutazione maggiormente approfondita che tenga conto di altri fattori non inclusi nel modello di valutazione, in particolar modo di quanto rilevato dai tecnici della Procura della Repubblica. D’altronde – chiude Nappi – nella risposta ai miei rilievi, gli stessi tecnici dell’Agenzia hanno chiarito che il modello adottato non è l’unico strumento da utilizzare per individuare l’effettiva rispondenza tra la reale pericolosità dell’area e quanto ottenuto dal modello.”