Carcere Borbonico: la cultura della nonviolenza in “Quello che lo specchio non riflette” di Maria Ronca

roncaÈ stato presentato stasera, nella sala Auditorium dell’ex Carcere Borbonico di Avellino, il libro dal titolo Quello che lo specchio non riflette di Maria Ronca che, in prosa e in versi, si batte per i diritti delle donne e per l’affermazione delle Pari Opportunità.

Oltre all’autrice, impegnata tra l’altro in attività di formazione e progettazione a favore di soggetti svantaggiati, erano presenti al convegno il Dott. Raffaele Coppola, Presidente della Provincia di Avellino; la Dott.ssa Angela Furcas, raffinata poetessa e noto critico letterario; Giuseppe Barra, Presidente del Centro Culturale Studi Storici -“Il Saggio”; Domenica Marianna Lomazzo, Consigliera di P.O. della Provincia di Avellino; il Giornalista Fiore Carullo, che ha moderato gli interventi.

Quello che lo specchio non riflette è il frutto della spiccata sensibilità dell’autrice, che fa luce sul grande dramma sociale del femminicidio. Il libro contiene dodici storie vere di donne vittime della violenza: una violenza fisica e sessuale, ma anche psicologica e, quindi, sottile e silente, ma non per questo meno devastante. Si tratta di testimonianze vive che hanno lo scopo di aiutare altre donne a riconoscerla e ad affrontarla. Maddy, Luciana, Sandy, Giulietta, Alice, Any, Olga, Ada, Maria Laura, Guendalina, Sissy e Vittoria raccontano storie di dolore, di vite spezzate, segnate per sempre, ma raccontano anche la speranza e il riscatto di chi ha avuto il coraggio di aprirsi al dialogo per uscire dall’isolamento dell’incubo.

In una realtà in cui per le donne tra i sedici e i settanta anni la violenza è la prima causa di morte e d’invalidità, in cui la società civile, le istituzioni e le autorità non sono adeguatamente formate e informate per contrastare o gestire i sempre più frequenti gravi fenomeni di abuso, lesione e violazione, è davvero importante e fa ancora ben sperare il contributo di chi, come la Dott.ssa Ronca, si impone il doveroso impegno di denunciare e di diffondere la cultura della non violenza. Allo stesso scopo, la proiezione del cortometraggio “Dentro la notizia”, realizzatofurcas interamente dalla Dott.ssa Ronca, ha voluto significare l’invito a «uscire dall’ombra, a rompere il muro del silenzio, a spezzare le catene, perché la violenza non appartiene a un marito che ama, a un padre che rispetta, a un datore che insegna, a un amico sincero. L’amore non grida, l’amore non opprime, l’amore non è possesso, l’amore non è morte, l’amore è vita, rispetto e libertà».

Molto toccante e profondo l’intervento della Dott.ssa Angela Furcas, che ha curato le pagine di presentazione del libro. Citando Shakespeare e il suo «Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subìto, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi Signori, davanti a una Donna!», e San Paolo, che raccomanda di «restare lontani da tutte le forme di male, anche da quelle che ne abbiano solo la parvenza», la Furcas ha parlato di «amore che chiama amore», di «purezza che vede purezza», dell’importanza di «vedere una madre, la nostra madre, la madre del mondo in ogni donna»; e ha definito “ignoranti, crudeli e codardi” quegli uomini che, perfettamente calati in una società confusa, «rovinano la propria e l’altrui esistenza per rispondere a impulsi violentemente irrazionali». E il Suo sentito ringraziamento è andato, in chiusura, alla Dott.ssa Ronca, «che dà voce a persone che non ce l’hanno e a persone che non ce l’avranno, ma che grazie a Lei non saranno mai dimenticate».

Sulla necessità di fare cultura e prevenzione ha insistito Domenica Lomazzo, affermando che «la formazione culturale sulla non violenza deve partire dalla scuola, per guidare nel senso giusto la costruzione della concezione del bambino rispetto già alla sua compagna di banco»; e soffermandosi, poi, sull’importanza decisiva del “fare insieme”, ha sostenuto la necessità non solo che si aprano sportelli d’ascolto e che si formino gli operatori affinché sappiano gestire le emergenze, ma anche che lo Stato si faccia carico in maniera strutturale di questi fenomeni, dando alle donne la possibilità anche economica di autodeterminarsi e stabilendo pene certe e definitive per chi viola il corpo di un essere umano.

lomazzoGrazie all’inatteso intervento di Ornella Petillo, membro del Comitato Più Ari (+Azioni +Relazioni +Iniziative), di cui la stessa Ronca fa parte, scopriamo che è in cantiere la costituzione di un centro antiviolenza di genere ad Avellino. Allarmante è, infatti, la disparità che si registra, in termini di accoglienza, tra la Campania, che dispone di soli diciassette posti letto per le donne che scappano dalla propria abitazione, e il Lazio, ad esempio, dove di posti letto se ne contano circa cinquecento.

Nel corso del convegno, è stato sollevato, inoltre, il dramma contemporaneo dell’immigrazione, ricordando i novantasette morti accertati e le decine e decine di dispersi tra gli immigrati a Lampedusa: «se siamo una società civile – ha dichiarato la Consigliera Lomazzo – cominciamo col modificare le leggi d’asilo e a levare voci di protesta, perché gli immigrati sono esseri umani come noi e in quanto tali devono essere rispettati».

Ad allietare l’evento di questa sera la partecipazione della cantante Sonia De Francesco, che ha eseguito il famoso brano di Anna Oxa, Donna con te; dell’artista italo-argentina Gladys Mabel Cantelmi, che ha curato l’esposizione di proprie tele dalle tinte calde e avvolgenti, appartenenti all’Ultrarealismo; di due mirabili e giovanissimi danzatrici del ventre; del cantautore Geni Curato, che ha chiuso la cerimonia sulle note di Reginella.