Conza fu Capoluogo del Principato Ulteriore?

Compsa_anticaDettaglio1 (1)Ieri si è svolto un incontro tra il Sindaco di Conza Vito Cappiello, e Isacco Luongo studioso della Confraternita del SS. Rosario e autore del libro Compendio Santa Paolina (Madre-Civitas Montefuscoli). L’iniziativa di Luongo era intesa semplicemente a promuovere i risultati di questa ricerca storica che, sotto il nome di Santa Paolina, vuol portare alla ribalta molti aspetti ancora poco noti al grande pubblico. Si ricorda ai lettori che, il libro è già disponibile ad Avellino presso le seguenti librerie: Mondadori;  libreria delle suore Paoline; presso L’Angolo delle storie; e alla libreria Troisi; Inoltre, non bisogna giudicare un libro dal titolo, perché questo spazia su temi più ampi e possono essere di relativo interesse anche per altri comuni dell’Irpinia. Così lo stesso autore testualmente dichiara: ? cercavo fonti storiche che facessero luce sul passato del comune Irpino posto ai piedi del Monte San Felice, ovvero Santa Paolina; però tra le carte dell’Abazia Bizantino-Longobarda di Santa Sofia in Benevento, spuntarono alcuni documenti che indicavano CONZA DELLA CAMPANIA Città Capoluogo del Principato Ulteriore. Il caso emblematico è ben rappresentato nel trattato del Prof. Thomas Salmon dal titolo: Stato Presente del Regno di Napoli. La cosa può sembrare incredibile, però il trattato indica con grande chiarezza di particolari che Conza, sede dei Gesualdo, nonché del Marchesato dei Mirelli-Carafa; dalle carte risulta anche essere l’unica Arcidiocesi Metropolita del Principato Ulteriore, e di quest’ultimo, ci fu un periodo in cui ebbe anche il ruolo di Capoluogo. Allora lo studioso di S. Paolina, limitandosi al dovere di cronaca ha inserito questi collegamenti, insieme ad altre fonti che ha citato nel suo Compendio S. Paolina; raggruppando queste stesse maggiormente nell’inserto d’appendice che titola Montefusco Fatti & Misfatti; nel quale viene messo seriamente in discussione il ruolo storico di Montefusco nel contesto del Principato Ulteriore, e chiaramente Conza, stando alle fonti anche straniere sembra avere tutte le carte in regola per confrontarsi con Montefusco che non ebbe nemmeno la Sede Vescovile, e risultava sottoposta all’Arcidiocesi di Benevento che all’epoca Era uno stato straniero perché la città sannita era Enclave dello Stato Pontificio e quindi non apparteneva al Regno di Napoli. Inoltre, si consideri che, questa tesi è tutt’altro che un semplice dettaglio, e fu espressa molto bene dallo storico Giuseppe Maria Galanti nel lontano 1794. L’incontro col Sindaco non era programmato, e non c’era nemmeno la delegazione della Confraternita; stamattina Isacco Luongo voleva solo donare alcuni libri alla Biblioteca Civica del Comune sito nei pressi della Valle dell’Ofanto. Però l’argomento ha colto la sensibilità degli impiegati comunali, e fra essi il Dott. Erberto, che ha provveduto prontamente ad accorciare la burocrazia e così, in baleno l’autore del libro si è visto convocato al cospetto del Sindaco. La seduta ha visto partecipe anche il Vicesindaco di Conza, Antonio Masini, ed entrambi hanno dato una lunga audizione alle tesi trattate nel libro, anche perché, queste stesse ancora oggi risultano essere nuove, clamorose ed inedite. ? In sintesi, l’albero della cultura ha radici profonde che, congiungono in maniera sotterranea molti comuni dell’Irpinia, ovviamente queste radici vanno curate e riscoperte; e poi, l’ambiente amministrativo di Conza prendendosi cura della sua memoria, sopravviene alle avversità dei cataclismi del passato, e nonostante questi sarà capace di portare il paese ad una nuova fioritura e spero presto, farà maturare i suoi dolci frutti.