Pari opportunità: i “Comitati Unici di Garanzia” (CUG) per la tutela dei lavoratori
La consigliera di parità della Provincia di Avellino, Mimma Lomazzo, ha illustrato stamane in conferenza stampa le linee guida per il funzionamento dei Comitati Unici di Garanzia, più brevemente chiamati CUG, soffermandosi in particolare sui principi che ne costituiscono la ragion d’essere. Presenti nella Sala Grasso dell’ex Caserma Litto, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, il Presidente della Provincia Raffaele Coppola, il direttore sanitario aziendale dell’Asl di Avellino Dott.ssa Pascarella. Sono intervenuti anche il sindaco di Nusco Giuseppe De Mita, di Mercogliano Massimo Carullo, di Montemarano Beniamino Palmieri, il Professor Quagliariello e l’Assessore alle pari opportunità del comune di Avellino.
«Nella lotta contro le discriminazioni sul luogo di lavoro – ha dichiarato la Lomazzo – il CUG è uno strumento potente di garanzia e tutela, che ha assunto, unificandole in un unico organismo, le funzioni attribuite al Comitato per le Pari Opportunità e ai Comitati paritetici sul fenomeno del mobbing, una forma di violenza morale o psichica attuata dal datore di lavoro o da altri dipendenti nei confronti del lavoratore. La costituzione del comitato paritetico sul mobbing è un atto dovuto, che svolge anche una funzione di prevenzione al fenomeno pericolosamente in crescita nella nostra società e al quale non sfugge la nostra provincia». Sono 27 i comuni irpini che si sono dotati di questo strumento, che però, come afferma Enza Preziosi in qualità di rappresentante dei CUG della provincia, «non funziona come dovrebbe. Il CUG è ancora poco attivo nei comuni e si riduce al momento a un insieme di buoni propositi che restano solo sulla carta. È necessaria una maggiore formazione e una maggiore sinergia con l’amministrazione di appartenenza per rendere operativo uno strumento di tale portata».
I CUG nascono, infatti, per prevenire e debellare le discriminazioni dovute non soltanto al genere, ma anche all’età, alla disabilità, all’origine etnica, alla lingua, alla razza, e all’orientamento sessuale e rappresenteranno un interlocutore unico al quale i lavoratori possono rivolgersi nel caso subiscano una discriminazione. «Lo scopo – afferma la Lomazzo – è quello di tutelare la dignità di lavoratori e lavoratrici, assicurare parità e pari opportunità di genere e ottimizzare, in tal modo, la produttività del lavoro pubblico, migliorando l’efficienza delle prestazioni con la garanzia di un ambiente di lavoro sereno e rispettoso».