Scelta Civica-Pd: alleanza ferma a Ruberto da Montefalcione

sc pdMerita di essere analizzata l’alleanza “stretta” in Irpinia tra Scelta Civica e Partito Democratico. Per comprendere le dinamiche che hanno portato le due forze politiche ad avvicinarsi, non si può non tirare in ballo uno degli artefici dell’elezione di Lello De Stefano all’Alto Calore.

Paolo Spagnuolo, il sindaco di Atripalda, ha imboccato la strada di Scelta Civica – alle scorse elezioni politiche – sostenendo la candidatura alla Camera dell’imprenditore Angelo D’Agostino. I rapporti tra Spagnuolo e l’Udc si erano allentanti già alle provinciali del 2009, quando l’allora consigliere di opposizione al comune di Atripalda si candidò alle provinciali nelle liste dello scudocrociato, raccogliendo un ottimo risultato, infatti, si posizionò tra i primi dei non eletti. Con la vittoria di Sibilia all’Udc toccò indicare tre assessori. Il partito di De Mita, però, fece ricorso ad assessori esterni per la giunta provinciale, e così l’ingresso di Spagnuolo nei banchi di Palazzo Caracciolo non avvenne. Successivamente, nel 2012, arrivarono le comunali ad Atripalda, ed è storia nota che Ciriaco De Mita mostrò più di qualche dubbio intorno alla candidatura a sindaco di Spagnuolo. Ma il giovane avvocato si impose sostenendo che se l’Udc non avesse sostenuto la propria candidatura a sindaco, egli si sarebbe comunque proposto. Alla fine Spagnuolo fu il candidato sindaco dell’Udc che vinse le comunali ad Atriplada, attraverso l’accordo con il Partito Democratico.

Ora che Spagnuolo è alla guida del partito dei montiani in Irpinia, vorrebbe avanzare, su scala provinciale, l’esperimento di successo che lo portò ad indossare la fascia tricolore nella cittadina della Valle del Sabato: l’incontro tra moderati e riformisti.

Un accordo che il coordinatore provinciale di Scelta Civica proprio ieri ha definito “strategico”.

Però alla disponibilità dei montiani è corrisposto un atteggiamento opposto da parte del Pd che, attraverso i propri consiglieri comunali del Tricolle, ha sostenuto la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco di Ariano Irpino, Antonio Mainiero, anche lui approdato in Scelta Civica insieme a Zecchino.

Ne consegue che l’atteggiamento di Scelta Civica – di grandissima disponibilità – nei confronti del Partito Democratico, dimostrato dal ballottaggio al comune di Avellino in poi, non è contraccambiato.

L’ asservimento al Pd perseguito dai montiani, in certe occasioni, ha fatto storcere addirittura il naso ai dirigenti di via Tagliamento, i quali però, negli ultimi giorni, hanno avviato la coorte a Sel. Nel Pd irpino, infatti, è opinione diffusa che lo spirito di coalizione va recuperato a sinistra piuttosto che al centro.

Il compito di Spagnuolo, se intende salvaguardare l’unità del gruppo dirigente di Scelta Civica, è quello di non disperdere il lavoro di aggregazione fatto alle scorse elezioni politiche. Lo sforzo deve essere indirizzato a riposizionare il partito su una linea di maggiore autonomia decisionale evitando la rincorsa, quasi con il cappello in mano, al Pd. Nelle alleanze che funzionano esiste il rispetto delle diverse posizioni, altrimenti tutto appare finalizzato ad un gioco di potere che vale al massimo in una occasione, quale potrebbe essere stata l’ultima l’Assemblea dell’Alto Calore.

Inoltre, un partito che ha intenzione di presentarsi degnamente alle prossime sfide elettorali (le regionali a cui tiene particolarmente il sindaco di Atripalda), non può svendere la propria autorevolezza ed identità in funzione di un assessorato concesso dal Pd al comune di Avellino. Assessorato affidato ad un dirigente di Scelta Civica, Giuseppe Ruberto, che non è della città capoluogo ma di Montefalcione.

Detto questo, tutto è migliorabile e ancora niente è perduto, anche perchè il sindaco di Atripalda è un professionista, giovane e competente, che può dare certamente un contributo rilevante alla sua comunità e all’Irpinia. Forse, in questa prima fase, ha pesato  l’inesperienza politica del gruppo dirigente irpino di Scelta Civica, che si è trovato a gestire un successo elettorale inaspettato, l’elezione di D’Agostino alla Camera, costruito molto sull’onda delle emozioni e poco sulla organizzazione partitica.

Se non è mancato in passato a Spagnuolo il coraggio di portare avanti le proprie idee, a maggior ragione oggi…