Irisbus: la nota di Silvia Curcio “Non vogliamo essere ostaggio di persone che distruggono il nostro impegno comune”

silvia curcio irisbusAvellino – Dopo l’incontro della settimana scorsa al Mise a Roma dove è stata prorogata di un anno la cassa integrazione, gli Rsu e i sindacati, ieri sera hanno deciso di incontrarsi al fine di discutere su progetti alternativi da proporre al governo per evitare la chiusura dell’Irisbus.

All’incontro era presente anche Silvia Curcio, dipendente Irisbus e membro del direttivo della Fiom-Cgil, che in una nota lasciataci sulla nostra pagina facebook racconta quanto accaduto: “Ieri sera, noi della Irisbus, abbiamo organizzato un iniziativa presentando progetti alternativi da proporre al governo, per la riapertura della fabbrica. Bene, anzi no, male perché quando interviene qualcuno, che non lavora nemmeno alla Irisbus e comincia il discorso con: noi, voi, già fa un pò specie – spiega – e se poi lancia accuse a destra e a manca e mai, dico mai, contro la Fiat ma contro la Fiom fa ancora più specie.

Apro solo l’ennesima parentesi sull’accordo per la chiusura dello stabilimento vorrei ricordare a chi ha la memoria corta che la Fiom è stata costretta a firmare l’accordo del 2 novembre, perché: c’erano in gioco 9 licenziamenti, una richiesta di risarcimento danni di 2.200.000 euro per 72 di noi e la richiesta di procedura di mobilità. La giornata più lunga della vertenza – continua – è stata proprio quel 31 ottobre 2011 dalle 9,30 di mattina fino all’una di notte, e mentre tutti erano pronti a firmare la Fiom si rifiutava di farlo bene, anzi male.

Le scene deliranti, fuori ai cancelli di Confindustria di Avellino, restano un ricordo indelebile nella memoria di chi era presente: tra i 9 licenziati c’era panico totale, chi piangeva e si disperava, chi urlava contro il segretario provinciale della Fiom imprecando e insultando con epiteti che sorvolo accusandolo che non era la Fiat che li stava licenziando, ma in quel caso era la Fiom perché non voleva firmare l’accordo. La Fiom riesce ad andare contro la volontà di Fiat e delle altre sigle sindacali, che volevano concludere entro la mezzanotte, portando in assemblea l’accordo e facendo votare tutti i lavoratori, c’è stato un plebiscito, hanno votato a favore. Dei 9 licenziati, dal giorno dopo, almeno 5 di loro, hanno cominciato a denigrare e a diffamare la Fiom, non la Fiat.

Ora io mi chiedo e vi chiedo, perché non riesco a trovare il senso, di fare delle assemblee, partecipare e intervenire, dimenticando però, che la vertenza è la stessa e che fare fronte comune è indispensabile.
Il dubbio sorge spontaneo,
– conclude – o c’è qualcuno che fomenta queste pochissime persone, e sottolineo pochissime, alcune delle quali con la Irisbus non c’azzeccano nulla, per cercare di dividere i lavoratori o è pura mania esibizionistica, per avere anche loro un momento di gloria?”

Le lavoratrici ed i lavoratori Irisbus che rappresentano la maggioranza, non possono e non vogliono continuare ad essere ostaggio di poche persone che continuano a dividere, senza nulla costruire per un impegno comune: riaprire la fabbrica.