Alto Calore – Bove (Pd): “Non si può ragionare in termini aziendalistici su beni primari”

pd boveAvellino –  Si è tenuta oggi, 1 agosto c.a., la conferenza organizzata dal Circolo PD Vittorio Foa di Avellino per discutere di alcune anomalie registrate nei nuovi sistemi di tariffazione adottati dall’Alto Calore Servizi in questi ultimi mesi e sulle possibili proposte per sopperire a tali illegittimità.

Tre i punti fondamentali su cui il Circolo Foa ha posto l’attenzione nel corso della conferenza. “Sostanzialmente riteniamo che bisogna puntare principalmente su tre indirizzi: l’annullamento della delibera in merito ai depositi cauzionali, la creazione di un tavolo di concertazione politico-istituzionale e la revisione del sistema tariffario che ancor oggi non tiene conto dei nuclei familiari portando inevitabilmente all’aumento dei costi – sottolinea il coordinatore  del circolo Pd Foa, Giovanni Bove – Chiediamo che ci sia una proposta politica seria affinché i punti chiave espressi dal nuovo consiglio di amministrazione riguardanti la trasparenza, la legalità e la sobrietà abbiano riscontri positivi anche se personalmente mi ritengo molto dubbioso in merito in quanto è risaputo che l’Acs sia sempre stato uno strumento per avallare ambizioni politiche. Non si può più ragionare in termini aziendalistici su un bene primario come l’acqua”.

E sulle illegittimità riscontrate spiega: “Ci siamo avvalsi di un team di esperti legali e abbiamo riscontrato come ci siano delle illegittimità sia in merito al sistema di deposito cauzionale che sulle quote fisse. Nel primo caso con la delibera n.86 del 28/02/2013 si prevede l’imposizione di depositi cauzionali nei confronti dei nuovi utenti e restituirli alla fine del contratto. Attualmente l’Acs chiede un deposito cauzionale ai nuovi utenti ma anche ai vecchi e a chi ha domiciliazione bancaria nonostante sia vietato espressamente dalla delibera. Per quanto riguarda le quote fisse, invece, è stato possibile constare una discrasia in merito. Il sistema delle quote fisse, che prevede un esborso da parte degli utenti di 12 euro trimestrali, 48 euro annui, andrebbe a sostituire il vecchio canone di locazione del contatore che prevedeva la possibilità, da parte dell’ente di chiedere, all’utente proprietario del contatore, un diritto accessorio determinato con delibera del 1968. Non capiamo la necessità di questo nuovo sistema”.

Nel frattempo, il circolo Foa metterà a disposizione assistenza gratuita a tutti i cittadini interessati ad avere maggiori informazioni in merito alla vicenda e avalla delle proposte affinché la nuova amministrazione ne tragga spunto: “Chiediamo: l’obbligo di indicare nelle bollette con esattezza, l’ammontare dei depositi effettuati da parte degli utenti che molto spesso vengono dimenticati; l’annullamento con estrema urgenza della delibera sulla nuova tariffazione delle utenze e ritornare,  almeno per il momento, al vecchio sistema di tariffazione nonostante la sua illegittimità su alcuni aspetti; ed infine la creazione di un tavolo di concertazione politico-istituzionale che veda la partecipazione dell’associazione dei consumatori, associazioni di categoria e parti sociali al fine di trovare insieme un sistema di tariffazione consono alla gestione del bene acqua evitando di ragionare in temi aziendalistici”.