Un congresso a Dietikon ed il “volume” di Toni Ricciardi per i 70 anni della nascita della FCLIS

Toni Ricciardi (2)Roma – Il 18 luglio scorso, presso il Senato della Repubblica (Palazzo Madama, Sala Nassirya), in occasione della conferenza stampa di presentazione dei festeggiamenti del 70esimo anniversario della Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera (FCLIS), si è tenuta la presentazione del libro di Toni Ricciardi, “Associazionismo ed Emigrazione. Storia delle Colonie Libere e degli Italiani in Svizzera”.

Un’occasione, quella romana, per discutere non solo del volume presentato ma di molto altro ancora: in quella circostanza sono state fissate, infatti, le date – dal 4 al 6 ottobre prossimi – per la celebrazione di un altro evento, un congresso, a Dietikon in Svizzera, per i festeggiamenti dei 70 anni della nascita delle “colonie” geminate durante e dall’emigrazione antifascista. L’avvenimento sarà anche occasione, per i tanti italiani in Svizzera, per ascoltare dalla voce dello stesso Ricciardi le motivazioni che lo hanno spinto ad affrontare tale tematica.

Associazionismo ed emigrazione_ T.Ricciardi“L’obiettivo del libro – queste le parole tratte da uno stralcio dell’intervento di Toni Ricciardi in Senato – era cercare di ridare dignità a una storia al di là dello stereotipo comune. La Svizzera è stata spesso accomunata alla Germania come storia di emigrazione e tutti sappiamo quanto poco è stata raccontata e rappresentata l’emigrazione europea rispetto a quella americana e sudamericana: insomma, il mondo è pieno di storie di emigrazione, ma non esiste un unicum come quello delle colonie italiane in Svizzera”.

Nel testo – edito da Laterza – si racconta, appunto, la presenza italiana in Svizzera a partire dal secondo dopoguerra e durante tutta la fase della “guerra fredda”. Una presenza – quella degli italiani – che sarà caratterizzata da stagionalità e precarietà, oltre che da un alto tasso di clandestinità: la pagina più buia e poco conosciuta dell’immenso mosaico dell’emigrazione italiana, con protagonisti migliaia di bambini.

Ricordiamo che Toni Ricciardi, storico dell’emigrazione, si è specializzato presso l’Università di Napoli “L’Orientale”, dove continua a svolgere attività di ricerca. Attualmente è ricercatore presso l’Università di Ginevra e dal 2009 coautore del Rapporto italiani nel Mondo della “fondazione Migrantes”.

Nel libro – proprio secondo il direttore della fondazione Migrantes, Mons. Giancarlo Perego – tre sono le chiavi interpretative che vi si possono rintracciare: “Libertà, partecipazione e cittadinanza sono le parole che emergono da questa storia, parole che sono la dimostrazione della crescita di una cittadinanza transnazionale. Le colonie sono state e sono – precisa Mons. Perego – un modello di assistenza e accompagnamento per le persone migranti davvero innovativo”.

Toni Ricciardi (1)“Una realtà, quella delle colonie svizzere – spiega Claudio Micheloni, senatore eletto all’estero che della Federazione è stato anche il Presidente – che ha una storia importante e che mi auguro il prossimo congresso porti a un rinnovamento. La storia delle colonie è importante non solo per gli italiani oggi in Svizzera ma anche per l’Italia intera, è importante che si parli di un pezzo di storia e di un movimento che è diventato punto di riferimento per decine di migliaia di persone che sono andate a lavorare all’estero”.

“Il rinnovamento di cui parlo – spiega ancora Micheloni nella conferenza stampa organizzata al Senato in occasione della presentazione del testo di Ricciardi – è auspicabile in quanto abbiamo difficoltà con le nuove generazioni: viviamo un momento storico diverso, ma, in ogni caso – precisa ancora – sono delle buone difficoltà che mostrano una storia di integrazione positiva. In Italia – conclude – vedo delle politiche regionali interessanti, ma nessuna vera politica nazionale di integrazione. Le elucubrazioni del nostro vicepresidente del Senato a noi fanno male perché ci riportano indietro di 30 anni, ciò ci tocca profondamente e ci ferisce”.