Sant’Angelo dei Lombardi – La festività della Vergine Maria tra ricordi, tradizioni e nuove prospettive

Sant'Angelo dei LombardiSant’Angelo dei Lombardi - Maria SS. delle Grazie, comunemente chiamata Madonna delle Grazie, per  antica tradizione viene festeggiata a Sant’Angelo dei Lombardi, ogni anno  nei giorni 1 e 2 luglio. Fino al  terremoto del 23/11/1980 alla Madonna delle Grazie era dedicato l’antico convento con l’annessa chiesa, in località Santa Maria. Il convento, in origine, ospitava una comunità francescana di frati minori e dall’800 inoltrato, è diventato sede della Comunità Religiosa delle Suore Figlie della Carità di S. Vincenzo De Paoli. L’antico Convento ha tra l’altro ospitato  fino al sisma dell’80, anche l’ orfanatrofio  femminile che prendeva il nome “Maria Teresa d’Austria”,  dove diverse   centinaia di  ragazze, nel corso degli anni,  hanno trovato ospitalità, assistenza, formazione e cultura. Ivi era anche presente  la prima storica Scuola Materna, il primo  “ Asilo” di Sant’Angelo dei Lombardi, dove,  per oltre un secolo,  molte generazioni  di santangiolesi  si sono formate. Negli anni , anche tante ragazze madri vi hanno trovato ospitalità  ed accoglienza,  tanti neonati, in forma anonima sono stati affidati per un futuro più fortunato alle Suore. C’è stato, per vari decenni, tutto un mondo fatto di gioventù cattolica mariana che,  ruotava intorno alle Suore con il gruppo delle “Figlie di Maria” ed ancora donne  adulte benestanti con l’organizzazione delle “Dame della Carità” sostenevano famiglie e bambini  poveri. Durante l’anno,  in quel luogo,  si preparavano rappresentazioni teatrali, manifestazioni ricreative e poi c’era la preparazione dei giovani alla prima comunione. In occasione del fatidico giorno della prima Comunione, il giorno del Corpus Domini, i giovani, che avevano seguito il corso di preparazione, in processione, con i vestitini eleganti ed appena stirati, qualche volta presi in prestito, con giglio e candela in mano, con l’immancabile fascia o spilla con l’effige della prima comunione,  cantando “Noi vogliam Dio …,oppure… T’adoriamo Ostia divina …”,  si recavano  alla volta della Cattedrale per la solenne cerimonia.

In occasione della festività della Madonna delle Grazie, vi era la tradizionale lotteria di beneficenza, la vendita dei gelsi bianchi, delle ciliege bianche  e di prodotti degli ortolani Repole e Caruso; sono in tanti a ricordare le cataste di cipolle lungo le scale,i cesti con la frutta,qualche “casiello re recotta” ,”lu panaro” con le uova, qualche “pullastro” da vendere,ecc.ecc.. I  produttori di latte, in quella giornata, donavano ai bambini  che si presentavano  dalle Suore, tutta la mungitura; anche  le mamme puerpere, offrivano il loro seno  ai neonati meno fortunati, le cui mamme purtroppo avevano  poco latte per alimentarli .. .

Tutta la monumentale struttura, convento, Scuola Materna, Orfanatrofio e  la bellissima Chiesa,   crollarono  con il terremoto del 23/11/1980, in quel luogo  morirono venticinque ragazze,  comunemente chiamate “orfanelle”, ma anche figlie di emigranti,  ospiti dell’Istituto, Suore e collaboratrici varie.

Dopo il sisma dell’80, si è ripresa l’antica tradizione della festa della Madonna delle Grazie, presso la sede delle Suore Figlie della Carità, allocate, per quasi 30 anni,  in via Criscuoli,  a Sant’Angelo dei Lombardi. L’Antico Convento di proprietà dell’Amministrazione Provinciale non è stato più ricostruito, i fondi sono stai  stornati per altre opere, sarebbe il caso di attivarsi, per dare un dignitoso recupero a tutta la zona e possibilmente, una destinazione culturale e sociale al posto.

Da qualche anno la Comunità delle Suore Figlie della Carità di Sant’Angelo dei Lombardi  è stata soppressa, per due anni anche i festeggiamenti in onore della Madonna delle Grazie non hanno avuto luogo. Quest’anno grazie anche alla disponibilità del Parroco, don Piero Fulchini, ed ai componenti del Comitato che per anni, tra mille difficoltà hanno garantito il permanere della storica  tradizione, si è deciso di ripartire dall’antica tradizionale  ricorrenza celebrando la S.Messa, recuperando poi l’atto di  affidamento dei Bambini alla Madonna ed a seguire la Processione,   partendo dall’ antico e per certi versi sacro luogo, Santa Maria, ove restano solo pochi ruderi,  a ricordare una lunga storia  che,  vuole essere rinnovata  nel tempo, per rigenerare la nostra comunità che,  deve guardare si al futuro ma recuperando l’essenza  della storia, la gioia dello stare insieme ed i valori della religiosità popolare di una volta. Anche in questa occasione mi preme ricordare le figure di artigiani,  operai, lavoratori,   uomini e donne, che,  in genere,  vivendo in quel quartiere Santa Maria, “miezz’a la chiazza e dietro la croce, ncoppa a la strada”,  si sono impegnati nel promuove  per decenni questa antica tradizione con  fede, sacrifici e dedizione, alcuni addirittura anche dall’estero, come Antonio Sena, con la sua  famiglia  dagli USA, altri in loco: Michele e Gabriele  Sena, Giuseppe Sena, Eugenio e Vito  Compierchio, Luigi  e Franco Sepe, Antonio,Michele e Gerardo Repole, Felicino Teta, Carmine Caruso, e poi altri giovani che si sono aggregati nel tempo  con  il sottoscritto:  Mario De Vitto, Pietro Marano, Luciano Castellano,Fiorenzo Vespasiano,Tina Grippo,  Ramona  Del Priore, Angelo Fuschetto, ecc. ecc. mi piace ricordare anche la disponibilità  offerta dal compianto Franco De Nicola e la sua  band. Oggi c’é attenzione  anche da parte di alcuni amici residenti a Salerno,Vincenzo Spagnuolo, Enzo Sena ed altri amici. Come si diceva,  le suore Figlie della Carità non ci sono più, ma voglio ricordare alcune figure indimenticabili di donne ,suore e madri:” Ma mére” Superiore Suor Anna De Filippis, Suor Maria, Suor Giustina, Suor Vincenza, Suor Lucia, Suor Letizia, Suor Caterina,Suor Giulia, Suor Gabriella, Suor Maria Antonietta e Suor Giuseppina e tante altre ancora..

Mentre nella mente si affollano tanti ricordi, volti, immagini, storie ed iniziative, collegate all’antica tradizione della Madonna delle Grazie ed al Convento di Santa Maria, tra tanta malinconia spunta anche la speranza e l’entusiasmo per una nuova  stagione.

Tony Lucido