Agricoltori irpini in piazza ad Avellino in difesa dell’abbruciamento

agricoltori in piazzaAvellino – Agricoltori in piazza stamane ad Avellino contro la decisione delle autorità di non concedere loro la possibilità di abbruciare il fogliame agricolo. Per loro l’abbruciamento non è inquinamento e dunque non può essere paragonato a uno smaltimento illecito dei rifiuti.

Negli ultimi tempi, in particolare a partire dal mese di luglio dello scorso anno, è stata intrapresa” – affermano all’unisono – “un’intensa azione repressiva dei fenomeni legati all’accensione delle foglie e del frascume che deriva, naturalmente, dalla coltivazione delle piante. Tale attività repressiva ha condotto moltissimi piccoli coltivatori ad essere denunciati dalle Forze di Polizia  alla locale Procura della Repubblica per il reato di cui all’art. 256 del Testo Unico Ambientale del 2006. Ciò ha comportato una serie di conseguenze. Innanzitutto essendo stati destinatari di un procedimento penale e di sequestri pregiudizievoli  per la nostra posizione davanti alla legge e davanti alla società siamo stati vittime di un danno anche di natura reputazionale. E , poi, economico in quanto  per poter smaltire, come si pretende, le foglie e il frascume che deriva dalla coltivazione delle piante, abbiamo dovuto affrontare ulteriori spese”.

E ancora: “ Tutto ciò sta conducendo all’abbandono delle colture con ripercussioni sia di ordine economico che, paradossalmente, di ordine ambientale. Infatti, sul profilo economico, la coltivazione di nocciole, castagne, vite, olivo…, nel periodo di crisi che vive la nostra nazione, risulterebbe essere l’unica attività capace di dare redditività e occupazione. Con l’aggravarsi dei costi, e l’abbassamento della redditività si prospetta una recessione anche nel settore agricolo che invece, può risultare trainante per l’intera economia. Sotto il profilo ambientale, poi, il ristagno di fogliame e frascume sui fondi rischia a breve tempo di occludere gli alvei pluviali col rischio imminente di formazioni di frane che in talune circostanze di tempo e di luogo possono condurre, come già accaduto, a gravi eventi lesivi per la pubblica incolumità”.

E’ per questo motivo che noi agricoltori irpini siano scesi in piazza, per far sentire a gran voce il nostro disagio economico e giudiziario”.