Fotografando in sella (Fiab). Una due giorni immersi nella verde irpinia
“Non parlerò dell’edificio più bello, il più importante, quello conservato con più cura o con il maggior valore archeologico. Penso solo al paesaggio che per due giorni ci ha conquistato.
Primo giorno. Dopo pochi chilometri lasciamo definitivamente il comune di Lioni ed iniziamo ad inerpicarci su per le dolci colline dell’ Irpinia d’oriente, terra di mezzo e di passaggi, ma sempre è presente all’ orizzonte la rupe di Cairano che ci nasconde l’ omonimo borgo. L’ agitazione interiore provocata dal desiderio o dall’ incertezza di raggiungere la meta subito svanisce. Ogni cosa ci rapisce, ci prende e ci prepara per un giorno di quiete assoluta. Tutti diventiamo aspiranti fotografi e non bastano gli scatti per immortalare il bel-vedere, i fiori, un’ albero solitario, le farfalle che si mostrano con fantasiosi colori, diversi insetti in fila ed indaffarati che ci sembrano troppo veloci, fontane che ci dissetano e ci offrono la possibilità di fare qualche “gavettone” che nessuno rifiuta etc…
Arriviamo a Cairano e con pieno merito: doccia e cena. Partecipiamo ad una festa di piazza con banda e majorette e subito ci facciamo coinvolgere dai balli tradizionali. Tutto semplice, bello e spontaneo. Dopo che le luci della festa si spengono, in questa calda giornata d’ estate, saliamo una stretta e ripida stradina che ci porta sulla rupe illuminata dalla luce della luna in tutta la sua pienezza, ma, ecco all’improvviso, nel buio e più a valle si presenta uno spettacolo quasi dimenticato: lucciole a sciami che illuminano il paesaggio di una luce dorata.
Secondo giorno. Svegliati dal rintocco dell’ orologio ci godiamo il borgo ed il suo stato durevole di quiete e di serenità. Dopo una facile pedalata raggiungiamo il parco archeologico di Compsa, bellissima testimonianza di sovrapposizione di diverse civiltà: Irpina, Sannita, Romana e recente. A valle si mostra l’ Oasi WWF del lago di Conza di cui raggiungiamo la riva su cui si fermano milioni di uccelli migratori per bere un pò di acqua dolce. Dopo ca 14 KM tutte le nostre biciclette sono poggiate alle mure di pietra dell’ abbazia del Goleto che nascondono dietro la loro aggressività chiostro, campanile, chiesa e i segni della spiritualità opera del monaco costruttore Guglielmo da Vercelli”.
Claudio Ferraro – Presidente Fiab