Ex Isochimica – Giustizia “quasi” fatta!

IsochimicaAll’indomani dell’ultimo atto  del processo  Eternit,  che ha visto la condanna a 18 anni di carcere dell’unico imputato, l’ex manager svizzero Stephan Schmidheiny, per disastro ambientale doloso, sembra muoversi qualcosa anche per l’ex Isochimica di Pianodardine: il Corpo Forestale dello Stato ha, infatti, posto i sigilli all’intero stabilimento, come disposto in via d’urgenza dalla Procura di Avellino, dopo aver accertato la gravità della situazione attuale dell’area, dove lo stato di degrado dei 500 cubi di cemento-amianto friabile espone ad un concreto rischio la salute di un indeterminato numero di persone.

Ventiquattro gli indagati a vario titolo per i reati di concorso in disastro ambientale e cooperazione dolosa in disastro ambientale. Tra questi spicca il nome di Elio Graziano, proprietario dell’ex Isochimica , ma anche dell’ex sindaco Giuseppe Galasso e l’intera Giunta al potere nel 2005, oltre a diversi funzionari dell’Asl e dell’ Arpac.

Dopo 30 anni e un bilancio di una decina di morti e un centinaio di malati, arriva una piccola soddisfazione per gli ex dipendenti dello stabilimento, a lungo beffeggiati e chiamati terroristi per aver denunciato la pericolosità dell’amianto e la scia di lutto che ha portato in diverse famiglie. Hanno visto morire ex colleghi, onesti lavoratori, si sono ammalati in prima persona, la maggior parte di loro sta ancora in cura e alcuni si definiscono “morti che camminano”, ma non vogliono arrendersi, la loro lotta continuerà fino a quando non verranno riconosciuti completamente i loro diritti e non verrà fatta giustizia per le vittime della fabbrica killer. Sono guidati da quel sentimento di rabbia e rivalsa nei confronti, soprattutto, del loro ex datore di lavoro, lo stesso che li rassicurava, quando protestavano per la condizione in cui veniva trattata una sostanza cancerogena,  sostenendo che faceva più male la Coca-Cola che l’amianto.

Ed è  stata  una delle ultime perdite, quella dell’ ex operaio Luigi Maiello,  avvenuta lo scorso 14 febbraio, a dare un forte scossone alle indagini. L’esame autoptico chiarirà presto il nesso tra la malattia che l’ha stroncato e la forte esposizione all’amianto durante il lavoro di coibentazione delle carrozze ferroviarie. Si aggiungono ulteriori elementi che potranno fare piena luce sul caso: nei prossimi giorni, infatti, ci saranno nuovi sviluppi nell’inchiesta dell’ex stabilimento dei veleni.