Caputo (PRC) – L’olio di Grillo e le “reminiscenze fasciste”

GrilloL’elogio dell’olio di ricino è entrato ieri ufficialmente nel Parlamento italiano e non – come ci si sarebbe potuti attendere – ad opera di qualche esponente oltranzista della Lega o della galassia fascistoide che si muove intorno al PdL, bensì “grazie” a un’esponente delle “Cinque Stelle”, la “cittadina” Laura Castelli,  la quale, intervenendo alla Camera sulle mozioni riguardanti la linea TAV Torino-Lione, ha invocato l’”olio di ricino” per i giornalisti de “La Stampa”, quotidiano notoriamente schierato a favore della realizzazione dell’opera.

Sulla questione interviene, in una nota, Luigi Caputo, esponente del Comitato Politico Provinciale Irpino del Partito della Rifondazione Comunista che prosegue: “non è casuale che la sortita di Castelli giunga nel giorno del nuovo violento attacco di Grillo contro la stampa (culminato l’altro ieri, durante un comizio in Sicilia, nell’attacco in stile squadrista  contro un cameraman della RAI); un Grillo che, nel momento in cui proclama il suo antagonismo rispetto  a  Berlusconi e alle sue velleità presidenzialiste, si configura in realtà come un concorrente sul suo stesso terreno, quello del partito proprietario, che criminalizza inoltre ogni forma di dissenso interno”.

“La deputata grillina – prosegue Caputo – ha inscenato poi un patetico tentativo  di recupero rispetto alla clamorosa gaffe, affermando di  volersi riferire,  nell’alludere ai potenziali destinatari del famigerato olio (riservato, durante il Ventennio, ai critici, anche estemporanei, del regime), non ai giornalisti, bensì ai mafiosi, ribadendo, in tal modo,  una visione forcaiola della realtà (a  quando l’elogio della pena capitale?)”.

“La causa sacrosanta del movimento NO-TAV – precisa Caputo – non ha alcun bisogno di difensori così squalificati e squalificanti che, nel momento in cui proclamano la lotta alla repressione, dimostrano di far proprio le peggiori concezioni sbirresche  e reazionarie. Ormai le connivenze manifestate da M5S rispetto alla sottocultura fascista e storico-revisionista sono troppe  e ripetute per  pensare a una semplice sommatoria di infortuni e incidenti di percorso.  Esiste una voluta ambiguità – conclude – dei vertici (il tandem Grillo – Casaleggio) dovuta all’ambizione di affermarsi come movimento trasversale e raccattare, con il proprio messaggio iperpopulista, facili consensi. Pescando così smaccatamente nel torbido si finisce, però, per raccogliere anche tanta schiuma, rispetto alla quale i tanti sostenitori ed esponenti M5S dotati di una coscienza saldamente democratica dovrebbero prendere nettamente  e definitivamente le distanze”.