Famiglietti: “Falcone e Borsellino simboli della lotta alla mafia”

Venerdì mattina “Giornata della legalità” con i ragazzi delle scuole di Frigento

famigliettiNel triste anniversario dell’attentato di Capaci, in cui persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, l’onorevole irpino del Partito Democratico Luigi Famiglietti ricorda le vittime delle organizzazioni mafiose e presenta la “Giornata della legalità” in programma per venerdì mattina con i ragazzi delle scuole di Frigento.

“Giovanni Falcone, con Paolo Borsellino, è il simbolo della lotta contro la mafia e per questo bisogna sempre tenere forte e viva la loro memoria- dichiara Luigi Famiglietti-. Come bisogna sempre ricordare tutte le vittime della mafia e i servitori dello stato morti per mano del terrorismo e della malavita organizzata e rispettare chi ogni giorno si batte e si sacrifica per la legalità e la sicurezza di tutti”. “La tragica fine di Falcone e Borsellino è un’eredità da onorare con una seria lotta alla mafia e a tutte le organizzazione malavitose: anche quelle più silenziose e sotterranee che rappresentano una seria minaccia per zone considerate isole felice come, difatti, la nostra provincia”.

Falcone e Borsellino verranno ricordati anche con i ragazzi delle scuole di Frigento venerdì mattina alla 10, presso l’auditorium comunale di Frigento, Piazza Falcone e Borsellino. Saranno presenti il procuratore della Repubblica di Sant’Angelo dei Lombardi Antonio Guerriero, il capitano dei carabinieri di Mirabella Eclano Leonardo Madaro, il magistrato Gennaro Iannarone e Gilda Ammaturo della Prefettura di Avellino e figlia del commissario Antonio  Ammaturo, ammazzato a Napoli negli anni 80 dalle Brigate Rosse . Nell’occasione i carabinieri deporranno una corona di fiori ai piedi delle lapidi dedicate ai due magistrati palermitani. Durante l’incontro alcuni studenti , coordinati dalla prof.ssa Mariapina Cancelliere, leggeranno dei brani significativi tratti dai testi:“ A’ voce de’ criature” di Marcello  D’Orta; e “Perché mi chiamo Giovanni “ di Luigi Garlando.