Amministrative, Silvestri: “Ferrovia, borgo della musica”

silvestri 2Chi l’ha detto che la musica si può fare e ascoltare solo nei centri privilegiati della città? Anche i quartieri possono essere preziosi spazi di produzione e promozione culturale e musicale. Ne è convinto Adelchi Silvestri, candidato consigliere del PdL al Comune di Avellino, che lancia un progetto ambizioso: “Ferrovia borgo della musica”, scommettendo sulla periferia per fare e produrre musica, portare in scena spettacoli e rivitalizzare una zona della città troppo spesso bistrattata.

Uno spazio dinamico e aperto dove la cultura e le idee possano circolare liberamente – spiega il capolista del Popolo della Libertà -. Un luogo di aggregazione e confronto capace di instaurare un rapporto profondo con i cittadini della comunità  locale e più in generale dell’area avellinese, rendendo l’area che va dal Conservatorio Cimarosa alla stazione ferroviaria una fucina di piccole meraviglie musicali, raccogliendo così le sollecitazioni dei residenti per dare opportunità ricreative e culturali alle borgate cittadine”.

Insomma una piccola cittadella della musica per rendere definitivamente la zona un punto di riferimento di Avellino intorno a cui possano svilupparsi e ruotare diverse attività. Con abitazioni di colori diversi, ristoranti e pub ambientati e arredati in chiave musicale. Monumenti e sculture ispirate a noti personaggi musicali. E ancora: negozi di dischi, di libri e strumenti musicali, sale incisione e studi registrazione. “L’idea – dice Silvestriportare la cultura dove non è di casa, lontano dagli abituali circuiti cittadini. Pensarlo inoltre come collante sociale, come punto di riferimento. Un progetto che vuole essere una risposta ai «non luoghi» di incontro, alla mancanza di occasioni per eventi ed attività culturali”.

I grandi contenitori urbani restano per lungo tempo inutilizzati stretti tra la complessità dei processi di decisione e di progettazione interni all’amministrazione – continua -, finendo così per essere risorse sottratte alla città e luoghi di insicurezza. Proprio dentro questo tipo di contenitori possono trovare spazio dei progetti culturali che suggeriscono metodologie e contenuti differenti e possano essere un volano economico”.

In questo modo, quindi, si restituiscono alla città spazi dimenticati. Spazi urbani realmente accessibili per la sperimentazione rappresentano una risorsa sempre più scarsa, per orientare l’azione dei Comuni alla valorizzazione degli spazi disponibili nelle città come volano della riorganizzazione della sfera pubblica.

E’ importante – conclude Silvestriche i centri culturali smettano di essere semplici contenitori per diventare propulsori. Non solo luoghi di esposizione e distribuzione, ma di produzione e di scambio”.