CICLO RIFIUTI – Gisec chiama a raccolta e fa appello al ministro Orlando

Un incontro, è il terzo, ma questa volta si svolgerà a Caserta proprio questa mattina alle ore 11 (si è tenuto venerdì, ndr come pubblicato nella edizione di 4 giorni fa da Il Sannio Quotidiano – Edizione Irpina – Sannio – Molise). Al tavolo del confronto i vertici delle società provinciali regionali (Sap.Na, Ecoambiente Salerno, Irpiniambiente, Samte e Gisec).

All’ordine del giorno: la gestione del ciclo rifiuti – diventata ormai un vero bubbone – e il futuro delle Partecipate all’indomani della legge n. 135 del 2012.

A mettere un punto fermo sulla questione piuttosto esplosiva (un esempio lampante? Avellino e comuni morosi carichi di immondizia), è proprio l’amministratore unico della Gisec, Donato Madaro che pone l’accento sulle difficoltà in cui operano che “le Amministrazioni provinciali e le Società provinciali ex lege 26/2010 a causa dell’incertezza del quadro normativo vigente in materia”.

ECCO COSA PREVEDE LA NORMATIVA. “Con il decreto legge n. 1 del 2013, convertito, con modificazioni, nella legge n.1 del 2013, (art. 1, comma1) il legislatore nazionale – sottolinea il vertice Madaro – ha, da un lato, inteso disporre una  proroga esplicita dell’esclusiva competenza delle Amministrazioni comunali della Campania per quel che concerne le sole attività di raccolta, di spazzamento e di trasporto dei rifiuti e di smaltimento o recupero inerenti alla raccolta differenziata (con ciò operando, è da ritenere, una proroga implicita sino al 30.06.2013 delle competenze delle Province e delle Società provinciali per il residuo segmento del ciclo dei rifiuti) e ha stabilito dall’altro che, a decorrere dal primo luglio 2013, anche in Campania, trovino applicazione le disposizioni di cui alla legge n. 122 del 2010, articolo 14, comma 27, lettera l), nella formulazione introdotta nell’ordinamento dall’articolo 19 del decreto legge n. 95 del 2012, convertito con modificazioni nella legge n. 135 del 2012, che attribuisce ai Comuni – annoverandole fra le funzioni fondamentali degli stessi, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 117, comma 2, lettera p), della Costituzione –  tutte le competenze relative al ciclo integrato dei rifiuti (comprese, dunque, quelle attualmente esercitate dalle Province e dalle Società provinciali).

La ratio sottesa alla previsione normativa in discorso (che sembra segnare il definitivo superamento della condizione di specialità e che ha ad oggi  ha  contraddistinto la gestione del ciclo integrato dei rifiuti sul territorio regionale) è di consentire alla Regione Campania di disporre del tempo necessario per adeguare la propria legislazione al mutato contesto normativo nazionale e dettare, pertanto, una compiuta ed articolata disciplina dell’organizzazione del ciclo dei rifiuti, sia con riferimento agli aspetti istituzionali sia in relazione a quelli più propriamente gestori, sul territorio di competenza”.

Però un ‘però’ c’è. “Sebbene la scadenza del termine del 30 giugno 2013 sia ormai imminente, nessun atto concreto è  stato formalmente adottato dalla Regione Campania in adempimento dell’obbligo legislativo su di esso gravante.In particolare, non risulterebbe essersi proceduto neppure alla formale approvazione del disegno di legge relativo la cui elaborazione, di cui si ignora il reale stato di avanzamento, è avvenuta senza alcun coinvolgimento, né formale né informale, delle Amministrazioni provinciali e delle Società provinciali”.

C’è di più. “A prescindere dalle valutazioni di merito circa i nuovi assetti organizzativi del ciclo dei rifiuti, da cui ci si astiene non avendo alcuna cognizione, come già accennato, delle linee di azione che la Regione Campania intende perseguire, va rappresentato  come, in considerazione dei tempi tecnici occorrenti per la definitiva conclusione dell’iter legislativo in materia, ad oggi non ancora avviato, appaia fondato il timore di un’ulteriore proroga delle attuali modalità gestorie del ciclo dei rifiuti”.

“La riferita condizione d’incertezza – sottolinea Madaro – determina una serie di perniciose conseguenze sulle attività delle Province e delle Società provinciali in subiecta materia, impedendo, di fatto, l’esercizio delle funzioni di programmazione delle attività, con particolare riferimento all’effettuazione di eventuali spese d’investimento, che risultano, per contro, indispensabili attesa la specificità e la peculiarità delle attività che vengono in rilievo”.

Da qui, “… sarebbe auspicabile che la Regione Campania si esprimesse, con la tempestività che le circostanze impongono, in ordine al rispetto, o meno, del termine del 30.06.2013 per il passaggio di tutte le competenze relative al ciclo dei rifiuti in capo ai Comuni. In caso di eventuale proroga dell’attuale modello organizzativo, costituirà preciso onere della Regione Campania individuare forme di sostegno finanziario alle attività delle Province e delle Società provinciali che consentano alle stesse l’effettivo esercizio delle funzioni attribuite. Ciò in quanto le Amministrazioni comunali risultano nella prevalenza dei casi inadempienti rispetto agli obblighi di pagamento su di essi gravanti per effetto ed in dipendenza dei servirifiutizi ricevuti, con decorrenza dal primo gennaio 2013.

Tale problematica non risulta rientrante nella disciplina dettata dal decreto legge n. 35 del 2013, c.d. decreto sblocca debiti PA, atteso che lo stesso si riferisce a debiti certi, liquidi ed esigibili alla data del 31.12.2012. In mancanza di tale forma di sostegno, infatti, e perdurando l’inadempimento generalizzato dei Comuni al pagamento di quanto dovuto, attesa la sostanziale incompatibilità dei tempi delle azioni giurisdizionali con le concrete esigenze di liquidità delle Società provinciali che gestiscono, per conto dell’Amministrazione provinciale, l’intero ciclo ovvero il segmento di competenza del ciclo dei rifiuti, le società provinciali si vedranno costrette, stante l’oggettiva impossibilità di esercitare le funzioni devolute, per radicale mancanza delle occorrenti risorse finanziarie, ad interrompere l’erogazione dei servizi attualmente resi, provvedendo, contestualmente, alla riconsegna dei siti e degli impianti, funzionali e non funzionali, connessi al ciclo dei rifiuti alla Regione Campania”.

Un excursus dettagliato targato Madaro dove non manca l’appello al nuovo Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando: “Assicuri la vigile attenzione dello Stato, in passato clamorosamente mancata, sulle problematiche organizzative e finanziarie che connotano il ciclo integrato dei rifiuti in Campania affinché si faccia carico dell’eventuale adozione di norme che consentano una transizione ordinata verso le nuove modalità gestorie del ciclo dei rifiuti, quali che esse siano, con chiara identificazione delle competenze da esercitare dai diversi livelli istituzionali e delle correlate fonti di finanziamento”.

“E’ del tutto evidente – conclude il numero uno della Gisec – l’esigenza di una tempestiva assunzione da parte della Regione Campania di scelte organizzative efficienti ed eque nell’ambito del ciclo dei rifiuti che contribuiscano alla definitiva chiusura di una fase emergenziale nei fatti, con ogni evidenza, ancora sussistente, come gli episodi di questi giorni registratisi nelle città di Napoli ed Avellino plasticamente dimostrano”.

PUBBLICATO QUATTRO GIORNI FA SU IL SANNIO QUOTIDIANO – EDIZIONE IRPINA – EDIZIONE SANNIO – EDIZIONE MOLISE DI TERESA LOMBARDO