Morte Andreotti – Il ricordo di Ortensio Zecchino

fls_blobs‘La letteratura giornalistica, e non solo questa, si e’ impossessata di lui, creando un personaggio molto diverso da quello che era nella realta”.
Ortensio Zecchino, gia’ ministro dell’Universita’ e Ricerca Scientifica nel governo guidato da Massimo D’Alema, che nel corso degli ultimi dieci anni ha mantenuto un rapporto costante di frequentazione e amicizia con Giulio Andreotti, capovolge cosi’ l’immagine ‘del politico freddo, cinico se non diabolico’ che ha accompagnato l’attivita’ politica del sette volte Presidente del consiglio scomparso oggi a Roma all’eta’ di 94 anni.
‘Nel corso della mia fortunata frequentazione con Andreotti – spiega Zecchino – sono piu’ volte rimasto invece sbalordito da un personaggio al limite dell’ingenuita”.
L’ex ministro ricorda in proposito la breve esperienza politica di Democrazia Europea che Andreotti sostenne all’indomani dello scioglimento del Ppi: ‘La sua generosa disponibilita’ e il suo prestigioso sostegno a quel progetto – sottolinea Zecchino – smentiscono il luogo comune del politico cinico e interessato soltanto a logiche basate sul potere’. Secondo Zecchino, la estrema riservatezza di Andreotti veniva scambiata per calcolo e, appunto, cinismo. ‘Sorprese anche me – ricorda l’ex ministro – quando nel 1993, unico senatore della Dc, intervenni contro la richiesta di autorizzazione a procedere contro Andreotti avanzata dalla procura di Palermo per concorso in associazione mafiosa. Lui era in aula, ma ne’ allora, ne’ in seguito, mi ha mai formalmente ringraziato. Ma non e’ stata una persona ingenerosa, aveva una idea e una cultura della riservatezza non comuni e non sempre comprensibili ai piu”. In piu’ occasioni, Andreotti era stato ospite ad Ariano Irpino a casa di Zecchino. ‘Per lui era una assoluta esigenza quella di andare a messa ogni mattina. Per evitare trambusti con scorte e curiosi, chiesi ed ottenni dal vescovo di far riaprire, in quelle occasioni, una chiesetta di campagna poco distante da casa’.